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Affitti troppo cari, la protesta dei fuorisede si estende a tutta Italia

Martedì 2 maggio 2023, Ilaria Lamera, studentessa fuorisede di 23 anni, si accampa con la sua tenda davanti al Politecnico di Milano esibendo un cartello “Basta affitti insostenibili”. Poteva essere una trovata estemporanea e invece quel gesto ha dato il via ad una vera e propria “protesta delle tende” a livello nazionale contro il caro affitti.

“Vivo in provincia di Bergamo e con le lezioni di nuovo in presenza ho iniziato a cercare una sistemazione a Milano – dichiara Ilaria -. Ho trovato solo una stanza in affitto a 600 euro al mese. Disperata ho pensato di mettermi qui in una tenda per denunciare questa situazione”.

In Italia gli studenti fuorisede sono attualmente 765 mila e per molti è sempre più difficile trovare un alloggio, soprattutto ora con l’elevato rincaro dei prezzi. Avere una residenza è fondamentale per garantire il diritto allo studio, per questo motivo la manifestazione è sostenuta da UDU (Unione degli Universitari), organizzazione che ogni giorno si impegna per la difesa dei diritti degli studenti sia a livello locale che nazionale, per una formazione universitaria aperta e un libero accesso al sapere.

La questione degli affitti è da sempre una tematica scottante. Spesso gli studenti fuorisede sono costretti ad accettare di vivere in situazioni anguste, in spazi ristretti e condivisi, a prezzi esorbitanti. Questo se sono fortunati, perché, purtroppo, l’offerta di case e di stanze è minore rispetto al numero di richieste, cosa di cui spesso i privati approfittano.

Ilaria ha smontato la sua tenda l’8 maggio, ma la protesta continua, a Milano e anche in altre città italiane come Roma, Pavia e Padova. Protagonisti sono proprio gli studenti fuorisede che, come Ilaria, stanno occupando i luoghi pubblici, le piazze e gli atenei accampandosi con le tende. Un gesto provocatorio come a voler dire che dormire in tenda sembra essere l’unica soluzione economicamente sostenibile al momento. Un vero e proprio atto politico di denuncia contro l’attuale crisi abitativa e le richieste da nord a sud Italia sono così evidenti che sembra quasi superfluo specificarle. 

È urgente, quanto necessario, ricevere delle risposte dal punto di vista strutturale rispetto a questa emergenza, prevedendo un investimento nel diritto allo studio e soprattutto un regolamento che fissi i prezzi per gli affitti riservati agli studenti.  Il tema delle residenze sarebbe il primo punto da trattare durante l’incontro con la Ministra Anna Maria Bernini, la quale però, ad oggi, non ha ancora accettato il confronto richiesto da UDU.  Intanto il Governo ha emendato 660milioni di euro per la creazione di nuovi posti letto, ma non si tratta di nuovi fondi, bensì di risorse che sono state sbloccate dalla Commissione Europea: il punto è che queste risorse andranno per lo più ai privati, con il solo obbligo di garantire agli studenti fuorisede il 15% in meno rispetto al canone di mercato.

Questo problema in Calabria sembra essere meno sentito, eppure anche all’Unical nel mese di dicembre 2022 gli studenti hanno protestato, manifestando al rettore la necessità di avere un alloggio ed ottenendo il suo impegno di aumentare il numero di posti letto nel Campus. “L’Università della Calabria è la prima università del Paese in quanto ad alloggi per studenti (iscritti in corso) – ha dichiarato proprio in questi giorni il rettore Nicola Leone -. Abbiamo garantito il posto alloggio a tutti gli studenti che hanno i requisiti richiesti dalla legge sul diritto allo studio con 2.300 posti letto, pari al 16% degli iscritti in corso. Un dato assolutamente di rilievo, se si considera che una buona parte degli studenti Unical proviene anche da Cosenza e provincia e non tutti hanno strettamente bisogno dell’alloggio. Tuttavia stiamo completando altri 500 posti, che saranno pronti entro un anno, portando gli alloggi a circa il 20% degli iscritti in corso”.

“Deve fare l’università chi ha voglia di studiare – afferma Donatella Sciuto, rettrice del Politecnico di Milano -, non solo chi se lo può permettere”. Come lei, da diverso tempo i rettori di tanti atenei italiani stanno richiedendo supporto per poter risolvere questo problema ed è proprio per questo che alcuni di loro sostengono la protesta delle tende, che ha subito catturato l’attenzione dei media e che si spera riesca a smuovere le classi politiche competenti.

Deborah Naccarato

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