Gli studenti del Dipartimento di Farmacia non ci stanno a essere considerati studenti di serie B o meglio, a non essere considerati proprio. Dopo il nostro articolo sulla proposta di apertura 24h delle biblioteche d’ateneo, un gruppo di ragazzi e ragazze che studia nei diversi corsi di laurea del Dipartimento con sede al Polifunzionale, si è rivolto alla nostra Redazione per evidenziare l’assurda discriminazione alla quale si sentono sottoposti nell’indifferenza generale.
Mentre infatti si dibatte (giustamente) dell’apertura full time di almeno una sala lettura delle biblioteche d’ateneo collocate sul Ponte difronte al Rettorato, si dimentica che esiste un’altra biblioteca nel Campus, l’unica sopravvissuta all’accentramento delle biblioteche dipartimentali avvenuto ormai vent’anni fa: la struttura, gestita dal Dipartimento di Farmacia, segue un orario tutto suo e negli ultimi tempi, nonostante sia stato riconosciuto Dipartimento d’eccellenza dal Miur, ha persino rivisto l’orario in senso restrittivo. L’accesso è consentito infatti dal lunedì al venerdì, dalle 8:30 alle 13:30 e nel pomeriggio dalle 15:00 alle 17:00. Mentre il sabato è chiusa.
Si aggiunga che la Biblioteca, per quanto fornita, non funziona tanto per il prestito (che peraltro è attivo solo un giorno a settimana) quanto proprio per la sala studio, indispensabile a chi si ferma fra una lezione e un’altra e a chi prepara gli esami durante le sessioni. Non è un caso che la sala studio del vicino DAM (dove ha sede anche la redazione di FaC), aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 20 orario continuato, sia frequentata soprattutto da studenti di Farmacia.
I ragazzi chiedono quindi che il servizio venga equiparato a quello di cui godono gli studenti di tutti gli altri dipartimenti dell’Unical, poiché come gli altri pagano le tasse universitarie (a volte piuttosto salate) e hanno diritto agli stessi servizi. Non solo. Il prolungamento dell’orario – suggeriscono – potrebbe avvenire proprio grazie al part-time degli studenti: un vantaggio reciproco insomma, considerato che al momento solo i primissimi in graduatoria riescono effettivamente a svolgere il part-time.
Certo, si obietterà, nessuno impedisce agli studenti di Farmacia di andare a studiare presso le biblioteche d’ateneo, ma è pur vero che soprattutto durante le lezioni, la distanza non aiuta gli spostamenti. E poi si farebbe comunque un favore alla vitalità e alla sicurezza del Campus e del Polifunzionale in particolare dove, finite le lezioni e chiusa la biblioteca, restano solo le associazioni a “presidiare” il territorio.
r.f.c.