“La componente della borsa in servizi (alloggio e mensa) è essenziale per consentire agli studenti di vivere tutte le opportunità del Campus e non può essere convertita in denaro”. Il delegato del Rettore per il Diritto allo Studio Gianpaolo Iazzolino interviene per fare chiarezza dopo le proteste degli studenti dell’Unical in merito alle borse di studio non corrisposte in denaro ma in servizi, “una discriminante rispetto ad altri atenei” secondo alcuni.
“L’Università della Calabria – scrive il delegato in una mail indirizzata a tutti gli studenti – è infatti un ateneo residenziale, l’unico del Paese ad avere, per legge, tale connotazione. Un ateneo così concepito per creare un ambiente funzionale a rinsaldare i legami tra tutte le componenti della comunità universitaria (studenti, docenti, personale tecnico e amministrativo) e per favorire l’accesso all’istruzione superiore a un bacino quanto più ampio possibile di giovani calabresi. Una università residenziale, quindi, che coincide con il suo Campus”. L’Unical punta sulla residenzialità come parte integrante della sua missione formativa, anche in virtù del patrimonio immobiliare di proprietà che ha faticosamente costruito negli anni e su cui c’è stato un grosso investimento pubblico.
Il professore Iazzolino vanta inoltre il risultato raggiunto quest’anno: “nel mese di ottobre, per la prima volta, si e’ gia’ conclusa l’assegnazione degli alloggi a tutti gli studenti fuori sede beneficiari di borsa di studio. Abbiamo fatto prima e di piu’. Si tratta infatti di 3765 borse di studio conferite e 1346 posti alloggio assegnati, contro 2133 borse e 940 alloggi assegnati nel 2019 (nel 2020 la situazione fu peggiore per la pandemia). Ulteriori 476 alloggi, inoltre, li abbiamo assegnati agli idonei non beneficiari, garantendo gia’ il posto anche a tutti gli iscritti agli anni successivi al primo”.
Le borse di studio sono strutturate in più parti: una a copertura della tassazione, una quota in denaro e una quota in servizi (alloggio e mensa). Nel caso in cui lo studente rinunci ai servizi non riceve un corrispettivo in denaro, ma “l’Unical non ottiene alcun ricavo – ci tiene a precisare il delegato – tale somma viene interamente utilizzata per lo scorrimento delle graduatorie, offrendo così il beneficio della borsa e dando ospitalità ad altri studenti che altrimenti sarebbero esclusi”. C’è solo un caso in cui questo avviene, cioé quando non dipende dalla voltà dello studente. “La quota sostitutiva in denaro viene erogata solo quando tutti gli alloggi sono stati occupati e uno studente avente diritto non lo ottiene per indisponibilita’ del posto. In tal caso, il pagamento avviene a fronte dell’esibizione di un regolare contratto di affitto di almeno 10 mesi, di una residenza scelta in prossimità della sede universitaria”.
Quest’anno in realtà l’Unical, in via straordinaria per la situazione pandemica, ha accolto l’istanza presentata da alcuni rappresentanti degli studenti, riconoscendo una quota monetaria ai fuori sede che rinunciano per motivi personali, ed equiparandoli ai pendolari. Un atto dovuto visto il precedente dello scorso anno, quando per via della pandemia gli alloggi vennero sgomberati e venne impedito ai fuori sede di rientrare: alla fine non fu riconosciuto alcun rimborso per il servizio non fruito. L’Unical è un Campus residenziale, ma in quell’occasione se lo dimenticò completamente.
“Mi rendo conto che c’è ancora tanto da fare – conclude il delegato Iazzolino – come l’aumento della disponibilità di residenze ed il miglioramento di quelle esistenti, il potenziamento della manutenzione, l’incremento delle attività socio-culturali ed aggregative. Il campus è una piccola città e, a volte, non si arriva in maniera tempestiva e precisa a soddisfare tutte le esigenze. Solo insieme riusciremo a rendere l’Unical ancora più bella e attrattiva. Soprattutto adesso che siamo, finalmente, tornati a viverla”.
a.b.
