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Calabria pentastellata, le ragioni del voto e le aspettative del Sud

Alla fine è stato (non volendo) un confronto al femminile quello organizzato dagli esperti del Dipartimento di Scienze Politiche e sociali all’Unical, per analizzare il voto del 4 marzo. Gli invitati erano i parlamentari Roberto Occhiuto (FI) e Antonio Viscomi (PD), ma al loro posto si sono presentate rispettivamente Jole Santelli ed Enza Bruno Bossio, entrambe riconfermate alla Camera, a discutere con la neoeletta Anna Laura Orrico (M5S). Le tre deputate hanno prima ascoltato l’analisi dei politologi di Arcavacata, per poi intervenire a loro volta e rispondere alle domande del pubblico. Un pubblico numeroso e curioso, fatto soprattutto di studenti del Dipartimento, che a stento è riuscito ad entrare nella sala stampa del centro congressi (l’auspicio è che, la prossima volta, si usi un’aula più grande, magari con un microfono funzionante, ndr).

Il responso delle urne è chiaro e incontrovertibile questa volta: i vincitori sono il Movimento Cinquestelle e la Lega, sconfitti il Partito Democratico e la sinistra. I Cinquestelle in Calabria hanno preso il 43,4%, dieci punti in più rispetto alla media nazionale, raddoppiando quasi i voti del 2013. Al contrario del PD che dal 24,1% di cinque anni fa, passa al 17,1%. Tiene la coalizione di centrodestra, che anzi aumenta di poco i consensi passando dal 30,1% al 32,2%, grazie al 6% della Lega. Anche se il “primo partito” si conferma sempre quello del non voto, con 12 milioni di astenuti, l’affluenza alle urne ha fatto registrare un calo minimo, quasi fisiologico, dal 74,2% al 72,9%, in attenuazione rispetto al crollo vertiginoso delle ultime tornate (in Italia e nel mondo).
In Europa, oltre alla bassa affluenza, si assiste alla crisi dei partiti centristi e alla crescita dei partiti più estremi. Il direttore del Dipartimento Francesco Raniolo illustra uno studio comparato fra Italia, Grecia, Spagna e Portogallo. Si tratta di flussi elettorali molto labili, perché in mancanza di un’identificazione forte, l’elettorato cambia facilmente orientamento. In Italia dieci milioni di voti sono andati al Movimento 5Stelle. “Un voto di protesta o di protezione?” si chiede Antonello Costabile, in riferimento soprattutto al voto meridionale. L’uno e l’altro probabilmente, ma certo non si può più parlare di movimento “antipolitico”: secondo il docente “la politica è sempre lotta per il potere”, anche in questa fase post-ideologica.
Il voto ai “grillini” è stratificato, da nord a sud, da destra a sinistra, dal ceto medio agli strati sociali più poveri, dai diplomati ai laureati: altro che “estremisti”, ribatte Mimmo Cersosimo, “il M5S somiglia tanto alla Democrazia Cristiana”. Laddove il disagio sociale è più diffuso, come nel Mezzogiorno d’Italia, la proposta del M5S è stata avvertita come un’occasione di riscatto, una speranza di inclusione, di mobilità sociale. La politica non è più appannaggio di pochi “eletti”, è diventata una “professione” alla portata di tutti, nell’immaginario collettivo è passato il messaggio che “fare il salto” è dinuovo possibile. E’ al primo mandato il 70% dei parlamentari eletti in Calabria, quasi il 50% sono donne. “Gli esclusi si sono ripresi la parola – conclude l’economista – il Sud ha deciso queste elezioni”.
“La mia generazione ha ripreso in mano il proprio presente ed il proprio futuro”, interverrà più tardi Anna Laura Orrico. Un’onesta ambizione caratterizza il percorso di questa giovane parlamentare: 37 anni, famiglia di sinistra (“Non me ne vergogno”, ripete), laurea in Scienze Politiche all’Unical, imprenditrice di se stessa, senza esperienza politica, né nei partiti né nei movimenti, deputata all’improvviso. “Una generazione di precari è diventata classe dirigente del Paese” e adesso dovrà dare le risposte che i cittadini si aspettano.
Le aspettative sono tante, a partire dal reddito di cittadinanza o reddito minimo garantito, che Enza Bruno Bossio promette di votare anche dall’opposizione. La deputata del PD, che si considera “una ragazza del Novecento”, rivendica con orgoglio la propria formazione di sinistra, riconoscendo però la sconfitta del suo partito. “Dove ha perso il PD ha vinto il M5S – dirà esplicitamente Jole Santelli – mentre Forza Italia in Calabria ha tenuto”, vincendo a Gioia Tauro e Vibo. Una piccola chiazza blu nel mare giallo che ha inondato la Calabria e tutto il Sud.

Daniela Ielasi

FaC

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