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Casarini all’Unical, “La rivoluzione è fare del bene, anche se soccorrere è diventato reato”

Una soluzione – anche umana – rispetto al dramma delle migrazioni? Ripopolare i luoghi abbandonati che sono pieni di case vuote, anziché usare le tendopoli. Qual è l’obiettivo? Mettere su uno sfondo il modello Meloni e Salvini, fatto solo di disumanità, di discriminazione – afferma Mimmo Lucano, europarlamentare e sindaco di Riace (RC) –, e di spreco di denaro pubblico, come nel caso delle deportazioni in Albania. Gli accordi con i cosiddetti paesi terzi e qualsiasi misura così disumana sull’accoglienza non ha nessuna giustificazione. Ecco perché il ruolo della Conferenza episcopale sarebbe importantissimo”.

Con queste parole Mimmo Lucano interviene alla presentazione del libro “La cospirazione del bene” scritto da Luca Casarini – tra i fondatori della Meditearranea Saving Humans APS e capo missione della Mare Jonio – e Gianfranco Bettin.  L’incontro – organizzato da Filorosso e Migrantes presso il DAM dell’Università della Calabria – è stato motivo di riflessione per tutti i presenti su importanti tematiche politiche legate al fenomeno della migrazione e su come la solidarietà nei confronti dell’altro venga criminalizzata.

Credo che questo elemento di autorganizzarsi per produrre del bene – inteso come l’assoluto opposto al male – sia una forma di rivoluzione che dobbiamo considerare, perché se il male è assenza di bene, per contrastare questo male gli strumenti che abbiamo utilizzato sempre non vanno più bene, le resistenze vanno rielaborate. E forse dobbiamo rielaborare anche il fatto che aiutare qualcuno è un atto rivoluzionario – afferma l’autore, Luca Casarini –. Invece soccorrere è diventato un reato e noi siamo trattati come delinquenti: io sono sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma ce ne sono centinaia come me”.

Il libro inizia con una prefazione intitolata “Mare e deserto”, che riporta le parole pronunciate da Papa Francesco in Piazza San Pietro il 28 agosto 2024 riguardo il drammatico calvario di coloro che attraversano il Mediterraneo. Ma il popolo della Chiesa risponde a questo appello di Papa Francesco oppure cede davanti alla cosiddetta cultura del male? Chiede Tiziana Barillà – giornalista e moderatrice dell’incontro – a monsignor Giovanni Checchinato, arcivescovo della diocesi Cosenza-Bisignano. In questi ultimi decenni c’è stato un abbassamento dello spirito critico nelle coscienze personali, dovuto ad una incapacità, probabilmente desiderata da parte di coloro che vorrebbero controllare la mente e il cuore delle persone con strumenti di comunicazione di massa che veicolano a tamburo battente alcune informazioni. E a forza di dire cose cattive, quasi ci convinciamo che sono vere. Abbiamo tutti bisogno di crescere, e quindi anche i membri della Chiesa, in una consapevolezza critica maggiore nei confronti delle informazioni che riceviamo”.

Ma perché vengono usate espressioni così violente, per cui la migrazione viene raccontata come invasione? Perché ci troviamo di fronte a continui processi di criminalizzazione dei migranti e della solidarietà? “Oggi la società è molto più polarizzata, è molto più divisa e, dunque, meno coesa, più vulnerabile, dove tutti sono più sfruttabili – afferma Mariafrancesca D’Agostino ricercatrice e docente di storia dei movimenti migratori all’Università della Calabria –. Dove sicuramente aumenta la possibilità di sfruttare migranti che devono vivere da invisibili, che vivono senza diritti e senza nome. Ma ci mettono anche in competizione con la forza lavoro migrante, dunque, si scatena la guerra fra poveri e alla fine perdono tutti quanti, e vincono solamente le forze capitalistiche che ci controllano. Anche se questo tipo di gestione criminalizzante delle politiche migratorie comincia a rivelarsi controproducente anche per il capitalismo.” Dunque, il potere politico ha necessità di costruire un nemico, soprattutto nel contesto in cui si vive oggi, caratterizzato da incertezza, precarietà e impoverimento. Allora costruire un nemico, e far credere in un’invasione che in realtà è assolutamente immaginaria, serve al potere politico – che si dimostra irrazionale – per ritrovare legittimazione. 

“La cospirazione del bene” – edito da Feltrinelli –, dunque, spiega in maniera molto rigorosa proprio come si sono evolute le politiche migratorie, le implicazioni sociali, economiche e militari di questa evoluzione e mostra anche i grandi paradossi che le connotano. Sono politiche paradossali sotto tanti punti di vista, perché mettono a repentaglio la vita e la coesione sociale, e, in conclusione, sono politiche pericolose perché rendono l’Italia sempre più irrilevante e vulnerabile nello scenario geopolitico internazionale. 

Deborah Naccarato

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