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Caso Mesiano, interviene la Flc Cgil nazionale

C’è un caso Mesiano all’Università della Calabria, sollevato dalla Cgil e finito il 4 aprile sulle pagine del Corriere della Sera. A scriverne è un giornalista del calibro di Gian Antonio Stella nella sua rubrica “Tuttifrutti”, in un trafiletto di fuoco dal titolo “Quel manager con due scrivanie”, che ha fatto infuriare Gino Mirocle Crisci (nella foto insieme all’interessato, ndr).
Alfredo Mesiano è il Direttore Generale dell’ateneo, nominato dal rettore due anni fa, contro la volontà di metà Senato accademico. Il Consiglio d’Amministrazione gli ha appena rinnovato la fiducia per i prossimi due anni, fino alla scadenza del rettore in carica. Fin qui nulla di strano. Se non fosse che nel frattempo il Direttore, da consulente esterno quale era, è divenuto dipendente dell’Unical, assunto a tempo indeterminato sulla base di un concorso bandito nel 2009 per un posto di dirigente: il dott. Mesiano è stato assunto in servizio il 6 novembre 2017 e l’1 dicembre è stato nominato nuovo responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, fino al 31 dicembre 2018.
Qual è il problema? Il ruolo appare incompatibile con quello di direttore generale: “Controllato e controllore possono essere la stessa persona?” chiede Stella sul Corsera. E il Rettore Crisci, interpellato sulla vicenda, risponde: “Non c’è alcun conflitto: è tutto già previsto dalla legge e risparmiamo pure dei soldi. Il conflitto di interessi semmai l’ho rimosso io, perché era Giovanni Turco a non potersene occupare in quanto già impegnato sugli appalti”. Giovanni Turco è il vicario del direttore generale, riconfermato “responsabile della prevenzione” per tutto il 2017. Ma la normativa prevede che vi sia rotazione nell’incarico, pertanto il Rettore, con l’avallo del CdA, ha ritenuto di dover assumere un nuovo dirigente a questo scopo. In realtà c’era un altro dirigente che aveva già svolto la stessa mansione in precedenza, il dott. Fulvio Scarpelli, già DG ai tempi di Latorre. Ma questo Stella non lo scrive. Si sofferma invece sulla risposta piccata del Magnifico: “Non capisco questi veleni della Cgil”, riferisce Crisci al giornalista e parla di “sciacallaggi” contro l’ateneo.
Queste parole hanno suscitato la reazione dei vertici nazionali del sindacato, la Flc Cgil, che in una nota a firma del segretario generale Francesco Sinopoli, denuncia la terminologia “offensiva, oltraggiosa e ingiuriosa” utilizzata dal massimo rappresentante dell’Unical, annunciando, in assenza di rettifica – che al momento non è pervenuta, ndr – “le necessarie ed opportune determinazioni in merito”. 

r.f.c. 

FaC

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