Sono state indette le elezioni dei comitati di gestione dei centri comuni, le operazioni di voto si svolgeranno il 24 gennaio dalle 9 alle 16:30 presso la sala mostre del centro congressi “Beniamino Andreatta”. Dopo oltre quattro anni dall’ultima tornata e alla luce dell’inattivismo pressocché totale, l’amministrazione decide di rinnovare i Comitati, complici forse le critiche rivolte negli ultimi tempi da alcuni rappresentanti degli studenti all’indirizzo della prorettrice Patrizia Piro, delegata al Centro Residenziale.
I centri, concepiti come spazi di aggregazione, potrebbero essere uno dei fiori all’occhiello del Campus, data la loro ubicazione nei quartieri residenziali, la loro mission e le attrezzature di cui dispongono per la socializzazione. Hanno infatti in dotazione da tv a calcio balilla, sale riunioni o letture. Ad oggi se ne contano nove, situati presso i quartieri Maisonettes, Molicelle, San Gennaro, Monaci, Martensson A e B, Chiodo 1 e 2, Nervoso.
Le elezioni, da regolamento, si dovrebbero tenere ogni due anni, ad eleggere i rappresentanti sono gli studenti alloggiati nel quartiere interessato. Qui però sorge il primo dei tanti problemi dei centri. Le ultime elezioni infatti, si sono tenute addirittura nel 2019, mentre quelle del 2021 sono slittate per la chiusura dovuta alla pandemia. Ad emergenza sanitaria ormai passata, i vecchi comitati ne sono usciti quasi svuotati dei loro componenti, perché laureandi, laureati, pendolari, trasferiti, con risultati in termini di attività che rasentano lo zero assoluto.
Bata chiedere agli alloggiati nei quartieri o fare un giro sulle pagine social dei centri, per notare uno stato di quasi abbandono. I post su facebook riguardanti attività infatti, risalgono al 2019, mentre l’ultimo post è del 2020. Su Instagram, la situazione non è certo migliore: ci sono post più recenti, ma comunque datati, nel migliore dei casi l’ultimo cenno di vita è di metà 2022, quindi più di 1 anno fa.
Non è finita qui. All’interno dei centri, sono presenti delle aule studio. Queste aule, potrebbero essere una risorsa fondamentale per gli studenti residenti in quel quartiere, che potrebbero comodamente approfittarne, senza doversi muovere verso la biblioteca universitaria, o quella civica di Quattromiglia. Le aule che teoricamente potrebbero essere usate, purtroppo peccano alla base perché molte non hanno degli orari di apertura e chiusura chiari, mentre altre non presentano nemmeno l’orario. Attraverso questa gestione, l’università sembra voler lasciare in secondo piano la socialità.
Una delle lamentele più ricorrenti da parte degli studenti è relativa alla mancanza di aiuti economici ai comitati: l’assenza di supporto per gli acquisti generali – quale materiale per la pulizia – o per la promozione di attività sociali, è stata in alcuni casi risolta attraverso l’autofinanaziamento. Eppure sulla carta esiste un budget dedicato, il cui tetto massimo sarebbe di 35000 euro, ma le regole per accedervi non sono chiare.
Raffaele Ammenda