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Concluso il “Solidarity Tour”, esperimento interculturale a Rende

A Rende, a pochi passi dall’Università della Calabria, c’è un Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS) che ospita richiedenti asilo, tutti giovani under 30 provenienti da Paesi diversi, come Gambia, Mali, Senegal, Bangladesh, Pakistan. Alcuni di loro vivono qui già da anni ma la distanza del Centro dalla città non ne agevola l’integrazione nella comunità rendese mentre la pandemia nell’ultimo anno ha complicato ulteriormente la vita sociale e lavorativa di questi ragazzi.

A portar loro socialità e inclusione ci hanno pensato negli ultimi mesi i volontari dell’Associazione culturale Entropia, con un piccolo progetto di solidarietà finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma “Corpo Europeo di Solidarietà”, volto a promuovere l’attivismo e la partecipazione dei giovani sia nel proprio Paese che all’estero. I progetti di solidarietà sono interventi pensati e gestiti direttamente dai giovani a beneficio della comunità locale. Progettato prima della pandemia, il “Solidarity Tour” avrebbe dovuto portare i ragazzi in giro per la Calabria a conoscerne la cultura: alla fine il progetto si è trasformato in un viaggio sul posto, attraverso il cibo, la musica, il teatro, le maschere, la lingua e i dialetti calabresi. L’impossibilità di visitare centri più distanti si è trasformata nell’opportunità di sviluppare con i partecipanti percorsi più approfonditi ed efficaci: gli obiettivi del progetto, ossia l’integrazione e l’inclusione, sono stati raggiunti mediante attività educative e non formali ed anche attraverso lo scambio linguistico.

Le attività sono state animate da un gruppo internazionale di volontarie del Corpo Europeo nonché studentesse Unical: Debora Muro Bellandi, Martina Talarico, Jole Marchio, Matilde Pantano e Sady Villamajor. A loro si sono aggiunti nell’ultimo mese anche i due nuovi volontari europei di Entropia, Timo e Iratxe. Il progetto ha avuto la durata di sei mesi ed ha portato gradualmente alla creazione di legami di amicizia fra gli ospiti del Centro e gli studenti italiani e internazionali dell’Unical. Scambio fra pari, mutua comprensione, dialogo interculturale, confronto aperto e propositivo fra giovani della stessa età: il progetto ha già modificato la percezione reciproca fra due micromondi così vicini eppure finora così distanti, come il Campus universitario e il Centro di Accoglienza, gettando le basi per un percorso di integrazione più a lungo termine e ad ampio raggio, sul quale l’Associazione sta già lavorando.

FaC

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