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Esami a distanza, studentessa sostiene la prova in ginocchio

“Non sapevo come fare perché la professoressa oltre al foglio voleva vedere la mia faccia: alla fine mi sono messa in ginocchio”. Il suo compito scritto Gina (nome di fantasia) lo ha fatto così, foglio e telefonino obliquo sul tavolo e ginocchia a terra, per oltre 50 minuti. Siamo all’Università della Calabria ma non diremo altro, per rispetto della studentessa. D’altronde Gina non ce l’ha con la docente, non prova rabbia, soltanto amarezza e delusione. Studiare faticosamente, arrivare al momento della prova e affrontarla in questo modo: non è l’università che immaginava, la più grande istituzione culturale, per la quale la sua famiglia ha fatto e continua a fare tanti sacrifici. 

Nelle linee guida dell’ateneo sugli esami a distanza, in verità, non si legge da nessuna parte che lo studente debba mostrare simultaneamente foglio e viso, anche perché, a meno di acrobazie, è praticamente impossibile. E’ illustrata invece chiaramente la posizione del telefonino alle spalle o in posizione leggermente laterale, in modo da inquadrare la stanza, il pc o il foglio, e la nuca o il profilo dello studente (come in foto, ndr). Il delegato alla didattica nonché prorettore Francesco Scarcello, ha persino spiegato la modalità in un videotutorial a beneficio degli studenti: procedure cervellotiche, smussate in seguito per andare incontro agli studenti, e comunque meno invasive rispetto ad altri atenei. Certo si tratta di linee guida, poi ogni docente gestisce la prova in autonomia, a volte con pessimi risultati.

L’episodio, magari isolato, è solo uno degli effetti perversi della didattica a distanza, quel furto con scasso spacciato per ricetta salvifica dell’istruzione e dell’accademia in tempi d’emergenza. Studenti derubati della formazione, dell’interazione, dei diritti, nel silenzio (quasi) generale e senza prospettive certe su un graduale ritorno alla normalità. Costretto dalle circostanze, il ministro Manfredi, in una recente intervista ad Huffington Post ha rimproverato i suoi colleghi: “troppe regole sugli esami, diamo fiducia agli studenti”, e ha invitato espressamente gli atenei a riprendere già a luglio tutte le attività possibili in sicurezza, compresi gli esami in piccoli gruppi.

Le lezioni on line sono quasi tutte concluse, nessuno chiede il rientro in aula prima di settembre. Ma la sessione estiva d’esami è appena alle porte: se un docente pretende di avere il controllo totale di uno scritto, visto che adesso è consentito, potrà attrezzarsi per svolgerlo dal vivo, nel rispetto non solo della sicurezza ma anche della dignità degli studenti. 

Daniela Ielasi

 

 

FaC

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