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Gli attivisti di Ultima Generazione invitano alla disobbedienza civile

Gli attivisti di Ultima Generazione hanno fatto tappa al DAM (Edificio Polifunzionale Unical) nel pomeriggio del 21 novembre per un evento voluto dal Filorosso che fa parte di una serie di incontri organizzati in tutta Italia al fine di far conoscere sui territori idee e progetti del movimento. Michele e Bruno in un primo momento sono stati intervistati dai volontari del Servizio Civile Universale per Radio No Borders (l’audio è in coda all’articolo, ndr), poi c’è stato un momento di riflessione aperto a tutti, a cui hanno preso parte studenti di diverse discipline.

Gli attivisti hanno raccontato la genesi di Ultima Generazione, attualmente inserita in una serie di campagne di disobbedienza civile non violenta interconnesse su scala globale, l’A22 Network: essere parte di questa rete consente di essere costantemente in contatto con realtà, più o meno distanti, operative sulle stesse tematiche, da cui si può trarre ispirazione o sostenersi reciprocamente. Presentato, inoltre, il progetto del Fondo di Riparazione per cui si richiede allo Stato l’istituzione di un fondo costante di 20 miliardi, il che vuol dire che appena dei soldi vengono spesi devono essere immediatamente ripristinati. L’obiettivo è riuscire a fronteggiare ogni emergenza causata da calamità che provochi danni a persone o cose; il tutto deve essere finanziato partendo dalla tassazione sugli extra-profitti di aziende che operano nei settori maggiormente inquinanti. Il progetto non va a sostituire tutte le azioni preventive che dovrebbero essere messe in atto dalle istituzioni, come quelle legate alla riduzione delle emissioni di carbonio.

Il dialogo aperto che ha avuto luogo successivamente, ha affrontato anche vari temi connessi al cambiamento climatico, fra cui: eco-ansia, alluvioni e dissesti idrogeologici sempre più frequenti, la mancanza di risposte pratiche e concrete da parte delle istituzioni governative. Il tutto è servito a far notare quanto sia necessaria un’azione da parte dei cittadini, evidenziando che attraverso la disobbedienza civile si possono ottenere grandi risultati: le prove di questo ci vengono fornite dalla storia.
Viviamo in un mondo in cui non resta che fare gesti eclatanti per essere ascoltati — come affermava Domenico De Masi, un sociologo italiano — e questo sta alla base di tutte le azioni per cui conosciamo e sentiamo parlare di questi progetti e delle loro azioni eversive; la finalità degli incontri è quella di creare nuovi gruppi territoriali pronti a intervenire.

It was really interesting — afferma Maelle, del Corpo Europeo di Solidarietà —, sometimes we feel powerless because we want to take part of actions but we don’t know how we can do it: this is a kind of solutions to find a way to fight for causes that we want to fight, for example climate change. It’s really important to talk about that, I will take part of actions which are coming”.

Pia Giusi Oliveti

Foto Anna Halasi

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