CALABRIA Giovani SOCIALE Zoom

HUBs, rete di spazi innovativi in Calabria per sviluppare il volontariato giovanile

Abbiamo scelto di essere presenti in tutte le province attraverso sette spazi, che sono gli Hubs, da Reggio Calabria a salire fino a Rende, passando ovviamente per Crotone, Lamezia Terme, Rombiolo, Tropea – afferma Antonio Scaramuzzino, responsabile del progetto “HUBs – Spazi innovazione sociale” –, in modo tale da avere una copertura anche nello spirito del bando di Fondazione con il Sud, che prevedeva non solo di costruire degli spazi di aggregazione in città o all’università, ma soprattutto nelle aree interne” dal momento che questo fenomeno della partecipazione sociale e culturale è meno sentito.

Il progetto “HUBs – Spazi innovazione sociale” è stato presentato in occasione della XIV edizione di Trame Festival a Lamezia Terme. Rivolto ai giovani tra i 16 e 35 anni, Hubs premia il volontariato che fa animazione sociale, cultura e che permette di incontrarsi e ragionare insieme sul proprio futuro gode di un partenariato ricco di dodici tra associazioni e cooperative e fondazioni. Il fatto che sia stato reso pubblico durante Trame Festival è rappresentativo per le intenzioni di questo progetto – secondo Nuccio Iovene, di Fondazione Trame ETS, ospite del dibattito “Connettere energie: giovani, volontariato e antimafia sociale” moderato da Daniela Ielasi –, in quanto nel corso degli anni ha assistito a un passaggio di testimone di volontario in volontario, che consigliano esperienze come questa per imparare a mettersi in gioco.

In questa fase storica in Calabria e nel sud, il mondo associativo del terzo settore ha un compito principale: preservare i ragazzi e le ragazze che vogliono provare a restare nella nostra realtà, nella loro realtà, e provare a contribuire a cambiarla – afferma Filippo Sestito, durante il dibattito, facendo riferimento al concetto di “restanza” di Vito Teti  –. Perché dobbiamo tutelarli? Perché la borghesia mafiosa – composta da imprenditori compiacenti, da ndrangheta, ordini professionali, da pezzi dello Stato, da sindaci, parlamentari, consiglieri regionali – costruisce una dinamica e una cappa che spinge tantissimi ragazzi, e non solo, a estraniarsi dalla vita politica, dalla vita sociale”. Questo è il compito di chi fa antimafia sociale nel mondo del terzo settore, costruendo le condizioni per cui è possibile essere liberi di esprimersi e di poter essere ciò che si è, liberi dal condizionamento clientelare e dal doversi piegare al volere altrui.

A partire da questi Hubs – immaginati come spazi di aggregazione, di inclusione, di incontro, di iniziativa anche giovanile,  dove immaginare soluzioni anche per migliorare la Comunità e il territorio –, l’obiettivo principale è quello di lavorare sullo sviluppo e sul rafforzamento delle competenze di vita e della presenza del volontariato giovanile all’interno delle realtà associative. Qui, i giovani saranno i protagonisti di nuove possibili esperienze nel campo, grazie alle risorse che hanno a loro disposizione. 

A volte manca l’aria, ma l’aria manca se si è da soli. Invece insieme le associazioni, la comunità, i gruppi informali, i volontari, insieme questa cappa la possono dissolvere, possono trovare delle soluzioni – afferma Francesca Coleti, di Arci – Terzo Settore ed Economia sociale, oltre che componente del consiglio d’amministrazione di Fondazione con il Sud –. Creare economia sociale vuol dire semplicemente provare a fare in modo che il benessere, lo sviluppo e il nostro progetto di vita, il progetto di vita delle tante persone che vivono qui, possa vivere, crescere, maturare felicemente lì dove si trova”.

I volontari e le volontarie saranno parte attiva sin dalle fasi iniziali. Per tale ragione, durante il Trame Festival, sono stati coinvolti nel laboratorio di coprogettazione “Innovare per rigenerare” coordinato da Iole Marchio e Simone Monesi. A partire dai loro bisogni, hanno provato a immaginare più nel dettaglio i contenuti e i temi ancora per lo svolgimento del progetto Hubs e del Social Camp che si terrà nell’estate del 2026. Dove momenti di educazione e formazione, si alterneranno a una dimensione più concreta, artigiana, “che mette insieme il sapere e il fare, solitamente, una dimensione che fa crescere e che unisce – come la definisce Andrea La Malfa –”.

Per i prossimi due anni di progetto Hubs, l’idea è far produrre contenuti ai giovani, attraverso attività laboratoriali di fotografia, podcasting, videogiornalismo e tanto altro, trasformando le competenze in azioni concrete di co-progettazione e di innovazione sociale. In questo modo, si potrà dar luce alla vera natura del volontariato, che mette insieme le persone e le loro relazioni per imparare, crescere, diventare più competenti, per provare a fare proposte concrete di cambiamento e di costruzione di una società diversa, anche rimanendo nel sud Italia, senza rinunce.

Deborah Naccarato

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