Da una parte l’immagine edulcorata dell’Università della Calabria, dall’altra le erbacce che crescono rigogliose ai Chiodo 2, quartiere residenziale del Campus. Il senso degli oltre 70mila euro che la governance paga al Gruppo Gedi per curarne la comunicazione sta tutto qui, in queste due immagini: l’Unical come deve apparire all’esterno, e l’Unical com’è per chi la vive ogni giorno. Fiori, colori, sorrisi e miele riversati a ritmo incalzante sui social e l’operazione immagine sembra compiuta ma piano piano, come nel mitico Truman Show, si fa strada il sospetto che sia tutto un’illusione.
Mario Russo non è il protagonista di un film, fa solo il suo mestiere di rappresentante degli studenti. E’ stato lui a scattare le foto del quartiere sporco e a pubblicarle ieri su facebook, postandole anche sulla pagina ufficiale dell’ateneo. “Tasse senza servizi – scriveva Russo – ecco le condizioni in cui versano i Chiodo 2, quartiere delle residenze universitarie del #CampusperEccellenza che mette le mani nelle tasche delle famiglie degli Studenti per servizi non erogati o erogati in queste condizioni”. Una critica, aspra ma sensata oltre che legittima, considerato il ruolo dello studente, un commento che gli amministratori della pagina FB avrebbero cancellato provocando la reazione stizzita del senatore. “Ho provato – racconta lo studente – a commentare questo post dell’Università della Calabria in cui c’è una sorridente immagine dell’Unical curata e pulita. Mi sono permesso di evidenziare che l’attenzione verso il verde della nostra Università è talmente nota che al Chiodo 2 hanno abbandonato gli alloggiati alle erbacce, alla sporcizia e all’immondizia. Il commento, inizialmente apparso, poi è stato cancellato… Siamo alla stampa di #regime, alla #censura e, come sempre, all’esercizio di una pessima pratica: nascondere sotto il tappeto tutta la polvere per far apparire bello ciò che bello non è”.
Ma perché tanto nervosismo? Il momento è delicato, si gioca sul filo di lana la partita delle iscrizioni per il prossimo anno accademico. I dati delle immatricolazioni, nonostante la macchina della propaganda faccia – giustamente – il suo lavoro, non sono entusiasmanti: l’Unical supera la prova delle ammissioni anticipate, come abbiamo già scritto, ma leggendo bene i dati non c’è nessun “balzo in avanti”. Eppure si insiste sul “cambio di passo dell’ateneo, che è già visibile dal territorio, anche grazie ad una migliore comunicazione” (dichiarazioni del rettore a commento delle domande di ammissione anticipate). L’aspettativa è alta, considerato l’investimento sul “polo della comunicazione”, ma i risultati non sono immediati.
Il lifting infatti non basta. Se alle famiglie si chiede di pagare comunque l’ultima rata delle tasse universitarie entro il 31 luglio, nonostante gli studenti non abbiano usufruito di alcun servizio in questi mesi di blocco, è normale che qualcuno si lamenti. Più di uno in verità, se è vero come è vero che, alla notizia della terza rata la lamentela è stata praticamente unanime. “Ce l’abbiamo messa tutta per ottenere una decurtazione – scrive ad esempio Rinnovamento è Futuro, il gruppo del senatore Russo – ma evidentemente abbiamo urlato tutto il tempo contro un muro. Dopo i tanti rinvii negli Organi sulla questione, apprendiamo che le tante parole fatte sono rimaste tali. Oggi siamo profondamente delusi: oggi sono falliti il Diritto allo Studio e il Campus per Eccellenza”.
“Avremmo voluto fare di più per le famiglie – si è scusato il rettore – ma finora non sono arrivate da Governo e Regione misure per sostenere la detassazione nell’anno in corso”. Gli sforzi sono concentrati tutti sulle immatricolazioni, per quest’anno è andata così: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato. Ma gli studenti non si arrendono. “Nei prossimi giorni – anticipa RèF – annunceremo azioni forti in tutte le sedi opportune per ottenere il rimborso dei servizi ai percettori di Borsa di Studio”.
Daniela Ielasi