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Il “sacco di Rende” nel nuovo PSC, le associazioni: “Fermiamo questo scempio”

Una città di pietre, manufatti e cemento, in spregio al consumo di suolo zero approvato sulla carta e imposto da qualsiasi direttiva europea, compresa la pluricitata Agenda 2030 dell’ONU sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. 

Questo in sintesi il disegno dell’amministrazione Manna secondo le associazioni AttivaRende, Federazione Riformista, Italia del Meridione e Movimento Noi, emerso durante l’incontro “Le mani sulla città” che si è tenuto ieri pomeriggio al Museo del Presente. L’obiettivo dichiarato era informare i cittadini e discutere gli effetti del nuovo strumento urbanistico (PSC) su Rende e sull’area urbana, che il Consiglio comunale si accinge ad approvare. “Questa città merita il coinvolgimento dei cittadini” ha sottolineato Marina Simonetti in apertura, lasciando poi la parola ai rappresentanti dei diversi gruppi ed a Clelio Gelsomino il compito di illustrare il piano nei dettagli.

Si tratta di un disegno avviato già da un decennio in verità, che prevede la trasformazione di diverse aree da “servizio” ad “edificabili”, un aumento selettivo delle volumetrie in alcune zone, e soprattutto lo stravolgimento del viale Principe con circa mille unità abitative in più. Un piano che non tiene conto dell’attualità, che incentiva gli spazi privati rispetto a quelli pubblici, che dimentica le persone, i bisogni, le relazioni. Un progetto che risponderebbe ad interessi ben precisi, come nella migliore tradizione della speculazione edilizia evocata dal celebre film di Francesco Rosi. “Hanno svenduto tutti i beni pubblici, hanno privatizzato pure i morti – interviene Sandro Principe – stanno distruggendo la città senza avere una visione”.

L’iter di approvazione giunge peraltro alle sue battute finali in un momento estremamente delicato per la città, con un sindaco sospeso e una commissione d’accesso antimafia negli uffici comunali. Da qui la richiesta al Consiglio tutto affinché non si deliberi proprio adesso su una materia tanto impattante per il futuro della comunità rendese e non solo. Una richiesta supportata dalla partecipazione di numerosi cittadini, che chiedono di essere coinvolti e ascoltati nelle scelte che riguardano la qualità della vita loro e dei loro figli, oggi e per i decenni a venire.

Daniela Ielasi

FaC

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