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La Calabria resta in zona gialla ma il presidente ff chiude tutte le scuole

La Calabria resta in zona gialla ma il presidente facente funzioni della Regione chiude comunque tutte le scuole per due settimane. L’ordinanza annunciata via social da Nino Spirlì è stata firmata nella serata di ieri, dopo una riunione dell’unità di crisi alla presenza del commissario alla Sanità Guido Longo. Il DPCM del nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi in vigore dal 6 marzo al 6 aprile, oltre a sospendere l’attività didattica in presenza nelle regioni rosse, attribuisce ai presidenti delle regioni arancioni e gialle il potere di fare altrettanto. Tre i casi in cui questo può avvenire: nelle aree in cui abbiano adottato misure più stringenti per via della gravità delle varianti, nelle zone in cui vi siano più di 250 contagi ogni 100mila abitanti nell’arco di 7 giorni, o ancora nel caso di una eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico. 

I numeri del Covid19 in Calabria non sembrerebbero tali da portare a una simile drastica decisione, ma lo stesso presidente ff ha spiegato che si tratta di un provvedimento necessario a causa della “fragilità del sistema sanitario calabrese”. La stessa fragilità determinò a novembre il passaggio in zona rossa dell’intera regione, da allora sembra che nulla sia cambiato, neanche dopo l’insediamento, ormai oltre tre mesi fa, del commissario Longo. Sulla scuola in realtà si consuma una battaglia politica e personale da parte di Spirlì, che si è visto bocciare dal TAR le precedenti ordinanze poiché non supportate da dati epidemiologici gravi. Il presidente ff stavolta sente di avere il Governo dalla sua parte e di questo si è voluto accertare di persona: prima di firmare l’ordinanza ha fatto il suo bel pellegrinaggio a Roma, fra le stanze dei nuovi ministri romani, da Giorgetti a Carfagna, con tanto di fotografo al seguito (nella foto con il ministro dello Sviluppo economico).

La scuola per il ff sembra essere niente più che una medaglietta da attaccarsi al petto: facendo leva sulle legittime paure di genitori e insegnanti, anziché preoccuparsi di come tenere aperti gli istituti, adoperandosi giorno e notte per la sicurezza di strutture, personale e studenti (questo sì che è compito di un presidente di regione, seppure ff), Spirlì non trova di meglio da fare che disporre chiusure in diretta social, pavoneggiandosi con i suoi followers e mostrando quasi disprezzo per l’istituzione stessa della scuola, di cui dovrebbe avere invece un religioso rispetto, poiché presidio di umanità, socialità e cultura per i ragazzi e per le nostre comunità. Naturalmente, nel capitolo “scuola” rientra anche l’Università, questa sconosciuta: l’annunciata riapertura del 15 marzo subirà senz’altro un nuovo rinvio. Ma non è detta l’ultima parola: potrebbe scapparci sempre qualche ricorso al TAR. 

Daniela Ielasi

FaC

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