Potrà mai un computer sostituire veramente l’uomo? Il fisico, imprenditore e inventore Federico Faggin se lo continua a chiedere ancora oggi, dopo aver inventato microprocessore e touchpad, l’attuale touch screen che tutti noi utilizziamo da anni sui nostri Tablet e smartphone. Il fisico ha deciso di trattare questo importante argomento durante una delle giornate dell’Olivetti Day (evento dedicato alla figura dell’imprenditore Adriano Olivetti), organizzato dal Dipartimento di Matematica e Informatica dell’Università, alla quale hanno partecipato tanti imprenditori che lavorano seguendo la “filosofia Olivettiana”.
Il fisico è stato presentato dalla fondatrice dell’associazione italiana per l’intelligenza artificiale Luigia Carlucci Aiello e da Domenico Talia, professore di sistemi di elaborazione dell’informazione. La neuroscienza paragona l’essere umano ad una macchina, quindi “perché non si può creare un “computer cosciente”? Faggin ha provato a farlo per anni attraverso le sue ricerche e i suoi studi. “Non ci sono ovviamente mai riuscito, ma non è per questo che mi sentivo insoddisfatto – dichiara – avevo raggiunto tutto quello che il mondo considera il massimo per potersi ritenere felice, eppure non lo ero, forse per un problema di coscienza”.
Durante le sue ricerche Faggin ha compreso che la realtà è diversa da quella in cui ha creduto per tanto tempo; “l’essere umano non può essere paragonato ad una macchina perché neanche la struttura fisica del corpo umano ha a che fare con quella di un computer”, sostiene l’inventore. “Un chatgpt (chatbot basato su intelligenza artificiale specializzato nella conversazione con un utente umano), per esempio, può copiare bene i significati che abbiamo dentro di noi e noi pensiamo che sia cosciente, ma è solo una struttura che abbiamo creato noi e alla quale abbiamo insegnato come fare ad imitare quello che facciamo”.
Nell’ultimo periodo della sua carriera, Faggin decide di vendere tutte le sue aziende per potersi occupare dello studio scientifico della coscienza, una materia che non può appartenere ad una macchina. Tutte queste ricerche, alla quale da vent’anni si sta dedicando, grazie alla fondazione creata con la moglie, (la Federico e Elvia Faggin) sono servite a fargli capire che “la coscienza diventerà lo strumento che serve per studiare la realtà molto di più di quanto uno strumento della fisica quantistica potrà mai fare”.
All’evento in Aula Magna, introdotto da Gianfausto Ferrari, presidente di Superpartes Digital Innovation, hanno partecipato Davide Dattoli (presidente di Talent Garden S.p.A.), Jacopo Pertile (co-fondatore di Azzurro Digitale e di AWMS) e Marco Ramilli (founder di Yoroi). I loro interventi raccontano di giovani imprenditori che, attraverso rinunce e sacrifici, sono diventati protagonisti del loro futuro raggiungendo obiettivi e successi. Sono intervenuti alla discussione anche Valter Darbe (program manager dell’ecosistema per l’innovazione Teach4you), Francesco Beraldi (presidente di Talent Garden Med), Luciano Belviso (formatore e CEO di Blackshape S.p.A.), Ivano Trombino (produttore vecchio magazzino doganale) e Armando Calveri (segretario generale della S.S. Lazio S.p.A.). Ha avuto luogo infine una tavola rotonda all’interno della quale hanno discusso Ivana Pellegrino (amministratore delegato di Eway), Raffaele Primo (amministratore delegato di WebGenesys), Pasquale Lombardi (presidente & CEO relatech) e Giuseppe Naccarato (amministratore di Altrama Italia).
Francesca Lanzo e Giulia Lazzaro