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La ministra inaugura il nuovo corso di laurea in Medicina, fuori la protesta degli studenti

L’anno accademico 2021/2022 dell’Unical si è aperto con l’inaugurazione del corso di laurea in Medicina e Tecnologie Digitali, creato in collaborazione con l’Università Magna Grecia di Catanzaro. A salutare il nuovo corso di studi la ministra dell’Università e della ricerca Maria Cristina Messa: attesa dal vivo, ma bloccata dallo sciopero dei trasporti, la ministra ha comunque partecipato in videoconferenza, mentre erano in presenza in Aula Magna il rettore dell’Unical Nicola Leone, il rettore dell’UMG di Catanzaro Giovambattista De Sarro, i direttori di Dipartimento, le autorità politiche e le forze dell’ordine del territorio, docenti e studenti del nuovo corso. “In questo corso di laurea non dovrete essere dei medici – ha prontamente specificato il rettore De Sarro rivolgendosi alle matricole – ma contemporaneamente medici e ingegneri. Il connubio fra le due discipline è molto importante”. Dell’importanza dell’Intelligenza Artificiale applicata alla Medicina ha parlato nella sua lectio magistralis il rettore dell’Unical Nicola Leone, che non ha mancato di esprimere tutta la propria soddisfazione per l’apertura del nuovo corso di laurea e per gli orizzonti che apre nel contesto territoriale.
L’evento si è concluso con le parole della Ministra Maria Cristina Messa: “Il progetto che oggi si inaugura ha tutta la mia ammirazione, si tratta di un corso innovativo e noi abbiamo estremo bisogno di innovazione. Oggi viviamo un enorme divario tra ricerca e conoscenza. Dobbiamo recuperare in breve tempo quello che non è stato fatto negli anni passati e l’applicazione dell’intelligenza artificiale in medicina è garanzia per i medici di consapevolezza e conoscenza, sosterrà la nostra sanità”.

Proprio mentre in Aula Magna si attendeva l’arrivo della ministra, sul ponte dell’università di fronte l’Aula Magna, quasi cento studenti appartenenti alle liste “Rinnovamento è futuro” e “Athena” protestavano per chiedere l’erogazione dei fondi relativi alle borse di studio assegnate.
“È vergognoso che, nel nostro Ateneo, la Borsa di Studio valga tra gli 800 euro e i 3200 euro in meno rispetto al resto d’Italia. L’Unical non solo non lascia gli studenti liberi di scegliere, come stabilito dalla Legge, tra servizi e quota in denaro ma ha anche trattenuto la quota relativa ai servizi non fruiti in tempo di Covid”. Sono queste alcune tra le tante motivazioni che hanno dato voce alla protesta, mossa proprio dalla volontà degli studenti di fare chiarezza e giustizia su un diritto fondamentale dello studente beneficiario di borsa di studio, il quale, specialmente in tempo di Covid, si è trovato a dover affrontare delle spese universitarie senza però ricevere nessun tipo di rimborso per i servizi non fruiti.
Il rettore Leone, accusato dagli studenti di non aver dato risposta in merito alle varie sollecitazioni mosse nel corso dei mesi proprio dalle associazioni promotrici della manifestazione, ha risposto sostenendo che si tratta di “proteste strumentali, prive di alcun fondamento di legalità, perché l’università opera nella piena tutela degli studenti, impiegando fondi propri per garantire il diritto allo studio ed è molto attenta a garantire il miglior servizio possibile”.

a.b.

FaC

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