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“La normalità che in Calabria equivale a una rivoluzione”

Riceviamo e pubblichiamo l’appello dei 141 per una “Calabria aperta”.

La pandemia ha cambiato il mondo, le nostre vite, le nostre relazioni con gli altri. Ha abbattuto i confini ma rischia di erigerne di nuovi, fra ricchi e poveri, fra garantiti e precari, fra stati e regioni, fra oriente autoritario e occidente democratico. Ci ha fatto capire che siamo tutti vulnerabili e tutti interdipendenti ma ci costringe a vivere confinati nelle nostre case e connessi solo in rete. Rende più pressante la domanda di diritti e beni comuni, ma ci obbliga a lottare duramente per imporla sui criteri del profitto e del mercato. Ci dice che nessuno si salva da solo, ma ci obbliga per evitare il contagio a una disciplinata solitudine. Accentua il bisogno di partecipazione democratica, ma ci espone a soluzioni di governo tecnocratiche e autoritarie.

Siamo dunque sul bordo di una crisi che può portarci molto avanti, o spingerci molto indietro. A deciderne la direzione, come in tutte le grandi crisi della storia, può essere solo uno scatto politico. A livello globale, e a livello locale: mai come oggi occorre pensare globalmente e agire localmente. Vale anche per noi, nella nostra regione.

Come e più di altre parti d’Italia, la Calabria è arrivata sguarnita a questo evento imprevisto: con un sistema sanitario dissestato; un tessuto economico esile; un sistema scolastico carente dei necessari supporti tecnologici; una rete dei trasporti piena di buchi. Ma ha scoperto anche i suoi punti di forza: l’aria pulita che non toglie il respiro ma lo alimenta; gli spazi poco popolati che non rischiano assembramenti; una forma di vita che non dipende interamente dal mercato e dal consumo. Sembra poco ma saranno risorse ricercatissime nel prossimo futuro.

Come e più che in altre parti d’Italia, in Calabria la politica è screditata. Non c’è bisogno di fare la storia di questo lungo e progressivo screditamento. Ma il suo punto d’arrivo più recente, che ha portato la destra sovranista alla guida della regione, rischia di mettere sulla politica una pietra tombale definitiva, perché copre tutte le sue falle con un richiamo all’orgoglio e all’identità calabrese che chiudono la Calabria su se stessa invece di aprirla sul mondo e sul futuro.

Il consenso di cui la destra gode si basa sull’astensione della maggioranza, il 56%, dell’elettorato calabrese. Significa che più di metà della popolazione della regione è priva di rappresentanza e non l’ha trovata nell’offerta politica delle regionali dello scorso gennaio. Di questo elettorato fa parte quella società vitale che non sale mai alla ribalta dei media: donne e uomini che lavorano, in ogni campo e ad ogni livello, fuori da condizionamenti criminali e da pressioni indebite, amministratori e amministratrici innovativi, imprenditori e imprenditrici che aprono nuove strade, associazioni di volontari che suppliscono le carenze del welfare, esperienze di cittadinanza attiva, pratiche di politica autorganizzata, comunità di accoglienza dei e delle migranti, reti di produzione e circolazione culturale dentro e fuori le istituzioni scolastiche e universitarie, reti di connessione fra calabresi residenti e calabresi della “diaspora”. A questa società che vive e fa vivere la Calabria ci rivolgiamo per chiederle un atto di fiducia in se stessa e nella rinascita di una comunità politica. Alle forze politiche progressiste interessate a un vero cambio di passo chiediamo di aprirsi con generosità e senza egoismi a questa rinascita, e di esserne parte.

Come in tutti i momenti di svolta, è la realtà a indicare la strada e a scrivere l’agenda. Ripristinare i diritti costituzionali alla sanità, al lavoro, all’istruzione, alla mobilità; riscrivere il titolo V della Costituzione; perseguire una legalità garantista ed una intransigente lotta alla criminalità mafiosa; valorizzare le minoranze linguistiche arbëreshe, grecaniche e occitane e, anche attraverso esse, instaurare più strette relazioni con i vicini Paesi mediterranei; portare la Calabria come una risorsa, non come un problema, al tavolo della ricostruzione post-pandemica, ambientale, economica e istituzionale, nazionale ed europea.

E’ la normalità che in Calabria equivale a una rivoluzione.

 

Fabio Abagnato
Carmine Abate
Luca Addante
Maurizio Agostino
Conni Aieta
Gianluca Albanese
Sasà Albanese
Mario Alberti
Franco Altimari
Orlando Amodeo
Rossella Barberio
Marcello Barillà
Saverio Bartoluzzi
Marziale Battaglia
Nunzio Belcaro
Doris Bellomusto
Piero Bevilacqua
Domenico Bilotti
Terri Boemi
Alfredo Borrelli
Angelo Broccolo
Lucrezia Bruno
Fortunato Cacciatore
Gianni Calabretta
Fiorella Cannatà
Angelo Carchidi
Lorenzo Caffè
Ettore Castagna
Marco Ciconte
Luciana Cimino
Laura Cirella
Maria Joel Conocchiella
Edoardo Corasaniti
Tonino Coscarella
Massimo Covello
Jasmine Cristallo
Francesco Cuteri
Maria Teresa D’Agostino
Valerio De Nardo
Francesca De Nisi
Massimo De Pascale
Francesco De Venuto
Dario Della Rossa
Antonia Di Leo
Ida Dominjianni
Stefania Emmanuele
Anna Falcone
Marisa Fasanella
Laura Fazzari
Salvatore Fuda
Donatella Loprieno
Nicola Fiorita
Claudia Foresta
Mario Franchino
Biagio Frasca
Valerio Formisani
Gregorio Gallello
Aldo Gatto
Silvio Gambino
Massimo Garritano
Danilo Gatto
Giuseppe Gervasi
Anna Greco
Silvio Greco
Tommaso Greco
Mario Grisolia
Daniela Ielasi
Francesco Ierace
Enzo Infantino
Antonio Lavorato
Mimmo Lucano
Annarosa Macrì
Gianfranco Macrì
Giovanni Macrì
Nino Mallamaci
Giovanni Manoccio
Antonino Mantineo
Daniele Menniti
Giovanna Mercurio
Raffaele Mercurio
Stefano Montesano
Turi Murace
Isidoro Napoli
Pino Napoli
Andrea Naso
Lara Nocito
Walter Nocito
Ottavia Oliverio
Ernesto Orrico
Bruno Palermo
Paolo Palma
Luigi Pandolfi
Mimmo Panetta
Piero Panico
Enzo Paolini
Salvatore Pedullà
Tonino Perna
Angelica Perrone
Cataldo Perri
Andrea Petta
Francesca Pesce
Rosario Piccioni
Fernando Pignataro
Teresa Pirritano
Vincenzo Pittelli
Gennaro Ponte
Sarah Procopio
Silvio Primerano
Nino Quaranta
Giancarlo Rafele
Maura Ranieri
Italo Reale
Enzo Reda
Raffaella Rinaldis
Mimmo Rizzuti
Rosario Rocca
Valerio Romano
Antonio Rota
Carla Rotundo
Battista Sangineto
Sandro Scalercio
Pino Scarpelli
Franco Scalfaro
Filippo Sestito
Janine Sinopoli
Gaetano Sorcale
Giorgia Sorrentino
Gianni Speranza
Leonide Spinelli
Antonio Sprizzi
Mimma Sprizzi
Piero Tarasi
Rocco Tassone
Maria Adele Teti
Daniela Trapasso
Emanuela Trimarchi
Michele Tripodi
Carlo Troiano
Nancy Valente
Giuseppe Valentino
Massimo Veltri
Maurizio Zavaglia

FaC

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