Cosenza CULTURA

La storia ritrovata di Tony Gaudio, primo italiano (e cosentino) a vincere un Oscar

In occasione del 140esimo anniversario della nascita di Tony Gaudio, importante figura della cinematografia della prima metà del ‘900, la Cineteca della Calabria e la provincia di Cosenza hanno deciso di omaggiarlo con una mostra intitolata “Tony Gaudio cinematographer/Una storia ritrovata”: dal 15 al 30 Novembre, presso il Museo delle Arti e dei Mestieri (MAM) di Cosenza, sarà possibile ammirare parte della sua vasta produzione artistica, ma le novità non terminano qui.

Gaetano Antonio Gaudio, che poi verrà inglesizzato in Tony Gaudio, si è formato sin da piccolo, assieme al fratello Eugenio, nello studio fotografico di famiglia, che ancora oggi è possibile osservare da fuori in Corso Telesio a Cosenza. Studia all’Istituto d’Arte di Roma, ottiene vari incarichi fotografici e cinematografici in giro per l’Italia, fino a quando, assieme al fratello, parte per New York nel 1906.

La storia dei fratelli Gaudio è quella di molti ragazzi del secolo scorso (e forse di alcuni ancora adesso): giovani italiani che lasciano il Sud per inseguire e realizzare il tanto bramato e agognato sogno americano, e ci riescono. Inizialmente lavorano per degli studi fotografici, ottengono piccoli incarichi come tecnici della fotografia, fino ad arrivare al mondo nel cinema: proprio in quegli anni, a Los Angeles, Hollywood stava conoscendo un periodo di grande crescita. Eugenio nel 1919 fonda l’American Society of Cinematographers, di cui diventa presidente il fratello qualche anno dopo la sua morte.

Il contributo al mondo hollywoodiano è significativo: Tony inizia a lavorare per grandi case produttrici, come la Universal, apportando migliorie tecniche anche alle macchine da presa, è il creatore dell’ “effetto notte” e a lui si deve l’utilizzo dei Dinky Inkies per focalizzare la luce su dettagli particolarmente significativi. Poi, nel 1937 arriva la svolta che segnerà per sempre anche l’orgoglio italiano, sebbene molto spesso si tenda a dimenticarlo: Tony Gaudio è il primo italiano a vincere un Oscar, come direttore della fotografia. Il film con cui ottiene questo importantissimo riconoscimento è Avorio nero, che viene girato negli Studios dalla grande Warner Bros, ma è ambientato in Italia.

Recentemente questa grande figura che ha segnato la storia del cinema sta ottenendo finalmente il dovuto riconoscimento: un progetto ancora più ambizioso è quello della Open Fields Production, società di produzione calabrese, che ha deciso di raccontare la sua storia, sia lavorativa che privata, in un documentario dal titolo “L’Oscar dimenticato”. Tutto si origina dal fatto curioso che la statuetta vinta da Tony è andata persa, questo ha attirato l’interesse dei produttori Alessandro e Fabrizio Nucci che per approfondire la sua storia hanno indagato sul campo, nella stessa Los Angeles in cui è stato anche girato il documentario. Le riprese sono partite nel gennaio di questo anno, prossimamente verrà rilasciato e sarà disponibile per la visione: la sua formazione e la storia di come si è fatto strada nel mondo cinematografico, alternando parti in cui intervengono esperti del settore a parti in cui la narrazione si fa più intrigante, recuperando il filo della statuetta scomparsa con l’inserimento di un personaggio fittizio, l’investigatore. Alla realizzazione ha preso parte anche Mauro Fiore, un Tony Gaudio contemporaneo: nato nella provincia di Cosenza ed emigrato da piccolo, con la famiglia, a Chicago, importante direttore della fotografia che viene spesso citato per il suo capolavoro di “Avatar”, con cui vince anche lui l’Oscar nel 2010.

Pia Giusi Oliveti

 

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