CULTURA Teatro

L’attualità di “Un nemico del popolo” nell’adattamento di Rossosimona

Le porte del Piccolo Teatro Unical si aprono direttamente sul nuovo spettacolo di Rossosimona prodotto da Lindo Nudo, gli spettatori sono invitati a prendere posto sul proscenio mentre già gli attori si muovono in scena. Quando tutto il pubblico si è accomodato, “Un nemico del popolo” di Henrik Ibsen, può cominciare, in media res, durante un’assemblea a cui gli sguardi degli attori invitano a partecipare. La scelta registica di Ciccio Aiello (aiuto regia Federica Suraci) porta a cambi repentini della scena, veniamo trasportati da una parte all’altra nella storia senza rendercene conto. Tutto scorre veloce grazie alla preparazione tecnica della scenografa Caterina Cozza, che ha dato vita ad una scenografia minimale e piena di senso, accompagnata dalle musiche inedite di Remo De Vico basate sulle variazioni del tema ‘’Stockmann – Ci vogliono i giornali’’, che attraverso la scelta delle frequenze crea una precisa tessitura lirica. Appena capiamo di essere appagati dalla vista e dal nostro udito, in scena il testo prende vita con i personaggi.
Da subito si configura e si polarizza il conflitto tra il Dr. Stockmann (Francesco Rizzo), e Petra Stockmann (Maria Canino), sindaca della città, fratello e sorella che si affrontano in piena assemblea: le acque delle terme, perno dell’economia cittadina, sono inquinate, il Dr. Stockmann ne ha le prove, ma sua sorella, sostenuta dal giornale “La voce del popolo”, lo addita come un agitatore e cerca di screditarlo in pubblico, convinta che questa cattiva pubblicità distruggerebbe l’economia locale. Non si tratta della polarizzazione tra il buono e il cattivo, quanto quella tra verità e bugia, lo scontro tra fame e sacrificio della dialettica che si instaura nei giochi di potere. Caterina (Stefania Scola) sua moglie e Petra (Alessandra Curia), lo sostengono, ma hanno paura delle voci e delle dinamiche cittadine. Tomas Stockmann rischia di non poter più esercitare la sua professione. Morten, padre di Caterina, (Chiara Vinci) invita Tomas a riflettere sulle conseguenze che la sua lotta avrebbe sulla famiglia, Morten ha investito nelle terme tutti gli averi di Caterina e Petra, la storia dell’inquinamento delle acque rovinerebbe la famiglia. Ma la coscienza del personaggio principale, sul palco illuminata da una corona di spine, non lo fa demordere, ma lo astrae dalla realtà in cui, intanto, le dinamiche di potere si stanno muovendo alle sue spalle, fuori dalle mura della sua casa colpite con pietre dal popolo. In un primo momento giornalisti e opinione pubblica sono dalla sua parte, quando Howstad (Giovan Battista Picerno), redattore de “La voce del popolo”, Alaksen (Salvo Caira), tipografo e rappresentate della classe dei proprietari di case e il giornalista Billing (Jacopo Caruso) capiscono che i costosi interventi di bonifica potrebbero pesare sui cittadini e che la notizia dell’inquinamento manderebbe al collasso i proprietari di case della città, decidono di voltargli le spalle per schierarsi con la sindaca e direttrice delle terme.
Si combatte per avere il consenso del popolo con lo scontro tra verità e bugia, un continuo dualismo presente nel testo dove il popolo non saprà mai fino in fondo la verità per scindere cosa sia giusto o sbagliato. La fame è la ragione per la quale la menzogna vince, la necessità di creare un indotto economico ci fa perdere di vista il bene comune mettendo anche in pericolo la salute di un intero popolo. Ci preoccupiamo sempre meno del nostro futuro e del nostro vero benessere sociale. Vince la menzogna, l’imbecillità, l’opportunismo, l’uomo egoista, il non amore. In questa continua negazione perde l’intera umanità che si sta dimenticando di avere una terra sotto i piedi.
“Il nemico del popolo è una parte di ognuno di noi – ci spiega il regista a fine spettacolo – quella che viene fuori quando si agisce per ambizione personale e non per migliorare la qualità della vita delle comunità di cui facciamo parte. Quando abbasso la guardia, anche io divento un nemico del popolo. Stockmann, il protagonista del testo di Ibsen, ci fa capire quando sia difficile a volte distinguere un eroe da un nemico del popolo”. Un testo sempre attuale nonostante siano passati più di cento anni da quanto è stato messo in scena per la prima volta. “Un nemico del popolo – conclude Aiello – descrive una realtà di provincia che potrebbe somigliare molto a quello delle città della nostra regione”.

Antonio Conti e Maria Pia Belmonte
Foto Claudia Gullà

FaC

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