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Pasticcio FIT, il rettore risponde (picche) ai laureati Unical

Stupore e indignazione. Sono i sentimenti che accomunano centinaia di laureati Unical che intendono partecipare al concorso per il FIT, la nuova forma di tirocinio triennale prevista per l’accesso all’insegnamento nella scuola pubblica. Il Ministero ha stabilito che al concorso possano accedere i non abilitati in possesso di 24 crediti formativi in specifiche aree disciplinari (settori antropo-psico-pedagogici e metodologie didattiche), ma ha lasciato mano libera ai singoli atenei sul riconoscimento dei CFU e sull’organizzazione dei corsi per il conseguimento degli eventuali crediti mancanti. Davanti alla possibilità di fare cassa, gli atenei si sono sbizzarriti, specie le università on line, dove i corsi arrivano a costare anche 500 euro.
All’Unical, gli aspiranti docenti hanno dovuto iscriversi al “percorso FIT”, pagando una tassa (la prima rata di 16,50 euro, mentre la seconda si calcola in base all’ISEE) e compilando un piano di studi. E in attesa di sapere se possiedano o meno i crediti necessari, sono stati invitati a frequentare le lezioni che partiranno proprio domani pomeriggio. Fin qui, nonostante i mugugni, tutto è proceduto più o meno regolarmente.
Il casino è scoppiato il 17 gennaio, quando l’università ha comunicato che “anche a fronte del possesso di più crediti riconoscibili nello stesso settore, possono essere convalidati solo 2 crediti”. I mugugni sono diventati un boato, che si è amplificato in rete e ha raggiunto i media. I laureati hanno scritto una lettera al Rettore ed il Rettore si è visto costretto a replicare pubblicamente che le decisioni prese rispondono alla “necessità di offrire ai frequentanti del percorso una didattica di qualità, esaustiva quanto più possibile delle competenze necessarie all’accesso al futuro concorso”. Come dire: “lo abbiamo fatto per il vostro bene”. Il Magnifico ha difeso l’operato della commissione (presieduta dal delegato alla didattica Francesco Scarcello e composta dai direttori di Dipartimento, Roberto Guarasci, Raffaele Perrelli e Nicola Leone) che ha stilato l’elenco degli esami convalidabili ma ha interpretato la norma in maniera restrittiva, complicando la vita a tanti laureati che giustamente ritengono di avere già sostenuto quegli esami. A questo si aggiunga che si sta parlando pur sempre dell’accesso ad un concorso e un concorso serve proprio a stabilire se il candidato possieda o meno i requisiti.
Vedremo se gli aspiranti docenti, come hanno già minacciato, metteranno impiedi altre forme di protesta. Intanto da domani tutti a lezione. Anzi, non tutti, solo i prenotati. Gli altri seguiranno le lezioni in streaming, perché la presenza non è obbligatoria.

Die

 

FaC

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