Giustizia, salute pubblica, sicurezza, possibilità d’impresa, ricerca scientifica e libertà individuali. Sono questi i punti cardine del referendum online sulla legalizzazione della Cannabis, lanciato l’11 settembre e che mira a modificare alcuni articoli del Testo Unico sugli stupefacenti sia sul piano penale che su quello delle sanzioni amministrative, sfruttando il nuovissimo strumento della firma digitale e diventando il primo referendum in Italia totalmente online.
La raccolta firme si attesta oggi a più di 420mila adesioni raggiunte in soli quattro giorni dal suo lancio, a fronte delle 500mila richieste entro fine mese, riscontrando dunque un fortissimo impatto sull’opinione pubblica e dimostrando come una grande fetta di popolazione sia sensibile ad un tema che si trova in fase di stallo politico da anni mentre, secondo il comitato referendario, rappresenta una delle questioni sociali più importanti nel nostro paese.
Il testo è stato depositato in Cassazione il 7 settembre da un gruppo di esperti, giuristi e militanti, da sempre impegnati contro il proibizionismo, coordinati dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Antigone, Società della Ragione. Alla proposta hanno preso parte anche rappresentanti dei partiti +Europa, Possibile e Radicali italiani.
Il referendum propone di depenalizzare la coltivazione e la detenzione illecita di qualsiasi sostanza, eliminare la pena detentiva per condotte illecite relative alla Cannabis e di rimuovere dal Testo Unico la sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori che attualmente pendono su chi viene accusato di uso personale.
Secondo i dati dell’Istat in Italia i consumatori di Cannabis sono oltre 6 milioni e il mercato delle sostanze stupefacenti muove circa 16,2 miliardi di euro ogni anno, di cui il 39% attribuibile alla Cannabis e ai suoi derivati, questi dati, in aggiunta ad uno studio del Professor Marco Rossi dell’Università della Sapienza di Roma, fanno luce sul proposito principale: la lotta alla mafia, riducendo di molto il suo potere economico.
Tra gli altri intenti del referendum spicca l’alleggerimento del lavoro delle forze dell’ordine e lo svuotamento delle carceri, le quali, secondo l’ultimo rapporto di Antigone, hanno un tasso di affollamento pari al 113,1% e il 33% dei detenuti è in carcere per violazione delle leggi in materia di droghe.
Gianluca Ursino