Hanno gli occhi a mandorla, ma parlano il nostro dialetto. Hanno unito le tradizioni gastronomiche locali con le antiche ricette dei paesi d’origine. Sono le identità italiane nuove, immigrati di seconda generazione che hanno scelto l’Italia per costruire un futuro, portando un bagaglio immenso di tradizioni, usi, storie, della cultura di provenienza. Nell’anno europeo della promozione del dialogo interculturale e della coesione sociale, il Comune di Rende lancia la prima edizione del Festival delle Culture Intrecciate dal 30 maggio al 1 giugno. Il progetto del Festival ideato dall’assessore comunale alla Cultura Marta Petrusewicz vuole esplorare l’intreccio culturale e ambisce anche a lanciare una riflessione sull’ibridazione come produttrice di novità, in un periodo storico in cui la mescolanza tra le culture è spesso percepita come una minaccia all’identità europea.
Nella tre giorni della kermesse, le arti celebreranno le nuove identità, attraverso il contributo di diversi artisti. Musica, cinema, teatro si alterneranno tra il centro storico e la città nuova. “C’è un filo conduttore che lega le diverse attività promosse dalla giunta in questi anni, ed è l’inclusione – spiega l’assessora Marta Petrusewizc – inclusione che si traduce nella promozione della massima partecipazione dei cittadini ai processi decisionali, aprendo le porte del Municipio, inclusione che si traduce nella volontà di favorire tutte quelle iniziative volte a favorire la coesione sociale. Nelle scorse settimane il Comune di Rende si è fatto promotore di una nuova iniziativa con la comunità brasiliana, nel corso di questi anni sono stati stretti rapporti con i rappresentati di tutte le comunità. In questa direzione si inserisce la scelta di inaugurare la prima edizione del festival delle Culture Intrecciate. Siamo tra i primi in Italia ad aver voluto porre l’attenzione su un fenomeno che riguarda il futuro di tutti noi”.