Quanto dura la quarantena per i positivi al Covid-19? Di regola quattordici giorni, e quattordici giorni dura anche la quarantena “fiduciaria” di familiari, congiunti, conviventi e quanti altri siano entrati in contatto con un soggetto positivo. Passate le due settimane, e risultando negativi al test per due volte consecutive, si può tornare ad uscire tutti di casa come prima.
Al Centro di Accoglienza Straordinaria di Rende, le cose stanno andando però diversamente: sono passate più di due settimane e la quarantena non è ancora finita. I primi due casi si erano registrati il 29 agosto scorso. Dallo screening effettuato su tutti gli ospiti della struttura (37 in totale), erano risultati positivi la metà dei ragazzi (dal Bollettino giornaliero emanato dalla Regione Calabria, sedici i casi del primo settembre e quattro il giorno dopo). Era così scattata la quarantena obbligatoria per tutti, indistintamente, anche per quanti risulteranno poco dopo negativi al tampone per due volte. La notizia era rimbalzata in tv, su web e quotidiani: un cittadino impaurito aveva protestato davanti le telecamere, il sindaco di Rende aveva invitato la cittadinanza alla calma istituendo un numero di telefono comunale per le emergenze, e intanto fuori dal CAS cominciavano a stazionare quotidianamente vigili e forze dell’ordine, per prevenire uscite o fughe da parte degli ospiti.
Passano due lunghe settimane, a tratti difficili, ma i ragazzi aspettano composti la fine della quarantena. Ognuno potrà tornare alla sua vita, al suo lavoro, alle sue relazioni, tanti si stavano costruendo faticosamente una vita fuori dalla struttura: sono persone libere d’altronde. Ma ecco che allo scadere dei 14 giorni qualcosa va storto: al nuovo screening disposto dalle autorità competenti spuntano altri otto casi positivi, registrati sul Bollettino regionale il 16 settembre. Nuova quarantena per tutti, anche per chi, negativo dall’inizio di questa vicenda, ora stanco e spaventato, chiede solo di potersene andare dal centro, perché lì non si sente più al sicuro (i negativi sono rimasti in sette, ndr).
Come è potuto succedere? Com’è possibile che altri otto ragazzi si siano contagiati? La risposta dovrebbero darla i responsabili della struttura, ma è chiaro che qualcosa non ha funzionato nelle misure di isolamento adottate all’interno del Centro. Non parliamo di un’abitazione privata o di una famiglia allargata, parliamo di una struttura gestita con fondi pubblici su incarico della Prefettura: i gestori hanno l’obbligo di tutelare la salute degli ospiti. Su questo bisognerebbe vigilare, più che sul cancello d’ingresso: i ragazzi finora hanno dimostrato pazienza e buon senso, ma la prospettiva di una quarantena infinita appare insopportabile per chiunque.
Daniela Ielasi