È possibile salvare vite umane attraverso tantissime modalità: per alcune, come la donazione di sangue, basta riservare solo mezz’ora del proprio tempo in maniera periodica (ogni 3 mesi per gli uomini e ogni 6 mesi per le donne) e grazie a ogni sacca di sangue donata è possibile salvare fino a tre vite. L’Avis Comunale di Rende fa appello all’intera comunità universitaria, non solo per le donazioni, ma anche per le attività di volontariato e solidarietà, da non sottovalutare.
L’Avis rendese nasce in onore di Maria Capizzano, una donna che assieme al marito Piercarlo, attuale vicepresidente, ha dedicato la propria vita all’AVIS: quando è venuta a mancare, la famiglia ha deciso di creare un nuovo polo, all’epoca non presente nel territorio comunale, e di intitolarlo a lei. Nonostante il difficile periodo pandemico, il numero di donatori ha mostrato sempre una tendenza di crescita molto positiva.
In Italia si vive in una perpetua condizione di sofferenza per la ridotta disponibilità di sacche di sangue. Inoltre, come dimostrano numerosi studi condotti dal Ministero della Salute, l’età media dei donatori si sta alzando e per ovvi motivi è necessario che ci sia un forte ricambio generazionale, tanto nei donatori quanto nei volontari. È fondamentale anche concepire la donazione per l’importanza che riveste nel campo della prevenzione: a ogni donazione si effettua una visita con un dottore e uno screening completo, essenziali per valutare lo stato di salute del donatore. (Tutte le info per la donazione sono consultabili qui)
“Ho iniziato appena compiuti i 18 anni – ci confessa Veronica Bruno – partendo come donatrice e volontaria, fino ad arrivare nel 2021 a ricoprire il ruolo di presidente dell’Avis Comunale di Rende. Adesso ho 29 anni e sono la prova che l’AVIS ha davvero voglia di aprirsi e dare opportunità concrete ai giovani, attraverso un incontro diretto con gli studenti liceali e universitari. L’incarico e la fiducia ricevuta richiedono tempo e dedizione, ma non è nulla in confronto al fine ultimo di salvare vite umane, aiutare il prossimo attraverso delle attività che possono solo fare del bene all’intera comunità”.
Il sangue è l’unica “medicina” che non può essere prodotta in laboratorio, per cui i donatori rappresentano l’unica fonte di vita per chi vive grazie alla trasfusione di sangue. Spesso si inizia a donare dopo aver vissuto un’esperienza personale o indiretta: se non si aspettasse ciò, se in Italia non donasse solo il 2,7% della popolazione, allora non si dovrebbe più temere per la propria vita o per quella dei propri cari.
Affinché sia più semplice raggiungere le sedi di raccolta e iniziare a donare, prossimamente anche all’Unical diverrà operativo un punto fisso di raccolta dedicato all’intero bacino universitario, presso il centro sanitario al cubo 34B. Chiunque non se la senta di donare o ne sia impossibilitato per motivi legati alla salute, può avvicinarsi all’AVIS e comprendere quanto sia fondamentale anche il ruolo di volontario: senza volontari, infatti, non sarebbe possibile organizzare e realizzare le raccolte, si è importanti tanto quanto i donatori.
“La generosità degli studenti universitari – racconta Giuseppe Macrì, dell’associazione studentesca “Università Futura” – nel donare sangue non solo salva vite, ma crea anche un legame profondo di solidarietà. La collaborazione fra l’AVIS di Rende e la nostra associazione nasce con questa volontà: il nostro obiettivo è quello di rendere la comunità studentesca consapevole dell’importanza della donazione e che ciò ispiri una cultura di generosità duratura tra gli studenti, dando vita a un circolo virtuoso di supporto reciproco e salvaguardia della vita”.
Ogni mercoledì ci sono giornate di raccolta dedicate alla comunità universitaria, presso la Chiesa di San Paolo Apostolo dei Dehoniani di Rende in Via Pietro Bucci 8. Per prenotarsi è necessario contattare il numero 3406380019.
Pia Giusi Oliveti