“È essenziale parlare di Islam in ambienti universitari, perché c’è un forte pregiudizio, una polarizzazione che tende a stigmatizzare in negativo i musulmani. Si tende sempre a schiacciare l’Islam sulla cultura araba e questo rischia di ridurre la complessità del fenomeno”.
Gianfranco Bria è docente di Diritto Islamico all’Università “La sapienza” di Roma, ma si è formato all’Università della Calabria e qui lo abbiamo incontrato il 7 novembre scorso, in occasione del seminario che ha tenuto al DAM per volontà di Walter Nocito, docente di Diritto Pubblico.
L’incontro dal titolo “Principio pacifista, conflitti in Medio-oriente e prospettive delle controversie arabo-israeliane”, che ha visto la partecipazione attiva degli studenti, ha ripercorso la storia dell’infuocato conflitto che, da circa 100 anni, divide il Medio-oriente e non solo. Gli argomenti trattati sono stati le cause che hanno portato alla rinascita di Israele, le violenze perpetrate ai danni del popolo palestinese – sempre più abbandonato a se stesso e ignorato dal diritto internazionale – e sulle passate guerre tra Israele e i vicini paesi islamici.
A ottobre di quest’anno, con l’attentato condotto da parte di Hamas, abbiamo assistito alla ripresa feroce del conflitto. In un momento storico molto delicato, è necessario fare chiarezza sulle forze, i ruoli e le alleanze in ballo, in una guerra che rischia di coinvolgere il mondo intero. Per questo abbiamo chiesto al professore il suo parere sulla situazione odierna e su come influirà sul nostro domani.
Raffaele Ammenda
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