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Successo per il NoBorders, festival di Entropia sostenuto dall’Unione Europea

Il primo ottobre è stato il giorno del NoBorders Festival, evento multiculturale e inclusivo che ha colorato l’Anfiteatro del Polifunzionale dell’Università della Calabria di giovani, lingue e culture da tutto il mondo. Il Festival è stato organizzato dall’associazione culturale Entropia all’interno di un progetto di volontariato del Corpo Europeo di Solidarietà che ha coinvolto più di 40 volontari under 30 provenienti da Italia, Spagna, Portogallo e Paesi extra UE (Ecuador, Paraguay, Messico, Uruguay, Afghanistan, Burkina, Tunisia, Costa d’Avorio, Egitto, Syria, Guinea, Guinea Bissau). In poco più di due settimane il team di volontari si è messo in gioco con laboratori di teatro, arte, comunicazione e musica, caratterizzati da contaminazioni linguistiche e culturali. 

L’evento si è aperto con lo stand NoBorders Food, assaggi internazionali preparati e offerti dai volontari, piatti della tradizione culinaria afgana, tunisina, spagnola, rivisitati attraverso l’innesto di prodotti locali. Il primo spettacolo del Festival ha portato in scena il viaggio dei migranti, i conflitti e le minacce ma anche la bellezza e la forza della diversità. La performance che ha coinvolto i volontari stessi era l’esito del laboratorio teatrale curato da Paolo Spinelli. La seconda esibizione, curata dal Maestro e Direttore d’Orchestra Checco Pallone, è stata una jam session che ha mescolato stili, talenti e ritmi dal mondo, durante la quale i volontari si sono esibiti eseguendo un repertorio di canzoni vicine alle proprie radici culturali. A chiudere l’evento l’atteso concerto dei Moti Rivoluzionari, gruppo musicale emergente nato ad Acri, che ha riversato nel Campus una grande energia che mancava da mesi. 

Daniela Ielasi, presidente dell’associazione Entropia, ha ringraziato il team di volontari del Corpo Europeo di solidarietà per l’impegno e l’entusiasmo, nel promuovere e costruire insieme l’Europa multiculturale dell’inclusione, invitando tutti i giovani presenti a seguire l’esempio dei volontari, ad impegnarsi, ad essere cittadini attivi e a maturare una coscienza critica. Il messaggio del festival è stato anche un messaggio di solidarietà a Mimmo Lucano, che qualche ora prima aveva ricevuto una dura e discussa sentenza, e che in Calabria è diventato il simbolo della resistenza ad un sistema che esclude e lascia indietro gli ultimi. Ci ha tenuto a ringraziare l’associazione, i volontari e i partecipanti, anche Marta Petrusewicz, assessora alla cultura della città di Rende (unica rappresentante delle istituzioni presente, sic), che ha espresso il piacere di ritrovarsi in un ambiente variegato e internazionale dal punto di vista linguistico e culturale.

Il progetto NoBorders Festival ha dato l’opportunità ai giovani partecipanti di uscire non solo dalla propria comfort zone, ma di tornare a vivere ambienti di socialità dopo più di un anno di distanziamento e isolamento, di condividere le proprie storie di vita, creandone di nuove, intrecciando nuovi legami e lavorando fianco a fianco alla costruzione di una comunità senza frontiere. Come Anna, una partecipante spagnola che dopo questa esperienza ha raccontato: “Da tempo stavo cercando di capire cosa avrei dovuto fare della mia vita. Ora posso dire di averlo capito: voglio lavorare con i migranti e rifugiati, e aiutarli nel loro percorso di integrazione”. O Lassina, giovane rifugiato della Costa D’avorio, da meno di un anno in Italia, che ha affermato: “Per la prima volta da quando ho lasciato il mio paese mi sono sentito parte di un gruppo. Mi sono sentito accolto e compreso, nonostante le difficoltà dovute alla lingua”.

Maria Pia Belmonte e Santo Astorino

(foto copertina Jaime Toral)

 

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