CULTURA Teatro

Teatro Auditorium, Cerciello porta in scena “Regina madre” di Santanelli

Mercoledì 27 marzo torna di scena il grande teatro al TAU dell’Università della Calabria. “Regina madre” di Manlio Santanelli è un’opera del 1984 e può essere considerata oggi, a tutti gli effetti, un classico. E come un classico viene riletta da Elledieffe e da Carlo Cerciello, reduci dalla positiva accoglienza di critica e pubblico ottenuta con Scannasurice e Bordello di mare con città di Enzo Moscato.
Si tratta di un dramma profondamente ambiguo, ambientato in un luogo della mente dove due attori del calibro di Fausto Russo Alesi e Imma Villa danno vita ad un vero e proprio duello tra Madre e Figlio, combattuto con quell’arma micidiale e fantastica che è la parola. Un progetto di messa in scena fortemente voluto e condiviso da Cerciello, Russo Alesi e Villa che, dopo aver lavorato insieme, due anni fa, nella fortunata edizione della Fedra di Seneca al Teatro Greco di Siracusa, si ritrovano, oggi, nuovamente impegnati in una prova complessa. Il continuo ricorrere dei personaggi alla bugia, il continuo oscillare tra verità e finzione, sono segni inconfondibili del testo sviluppati nella messinscena, per dichiarare da un lato il fascino dell’esercizio del potere e, dall’altro, l’incapacità di crescere, di diventare adulti e di liberarsi definitivamente della figura materna.
«In Regina madre – scrive il regista, che è intervenuto in parte anche nell’adattamento del testo – si ha subito l’impressione che il personaggio della Madre sia in realtà lo specchio, o meglio, la proiezione della sofferenza che attanaglia il Figlio, condizionandone profondamente l’esistenza; Santanelli, accomuna al medesimo destino fallimentare Alfredo e la sorella Lisa, assente nell’opera, ma continuamente citata. Questo gioco al massacro, dunque, infantilmente agito e subìto, mi ha suggerito di mettere in scena il testo, dando concretezza al rituale onirico e psicologico di due fratelli alle prese con il fantasma della Madre».

FaC

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