“The lost legacy of Tony Gaudio” è l’unico documentario italiano tra i 169 film in competizione per la candidatura come miglior lungometraggio documentario alla 97ª edizione degli Oscar, prevista per il 2 marzo 2025 al Dolby Theatre di Los Angeles. La notizia è stata accolta con grande emozione dall’Open Field Production. Si tratta di un grande riconoscimento ad un lavoro coraggioso, che tenta di recuperare la storia di un personaggio originario del centro storico di Cosenza, che si è persa nel tempo, proprio come il suo Oscar, non ancora ritrovato.
“Era il 2020, un giorno d’estate, sono andato a trovare mio fratello Fabrizio – autore e produttore del documentario – e abbiamo cominciato a parlare di qualche progetto da fare insieme – racconta Alessandro Nucci, autore e regista –. Ricordo che lui mi raccontò di questo Tony Gaudio, cosentino emigrato nonché primo italiano a vincere un Oscar e per il quale, a parte una pregevole iniziativa, non era stato mai organizzato nulla che ne raccontasse la storia, tanto meno un film documentario: così lui mi ha proposto di lavorarci insieme”. Iniziate le ricerche, a parte 30 fotografie e i film di cui Tony Gaudio aveva curato la fotografia, non c’era altro, nemmeno persone in vita che l’avessero conosciuto. La ricerca allora è approdata sui social, nella speranza di trovare qualche lontano parente e così è stato. Infatti, all’incontro di presentazione del film, in diretta dagli Stati Uniti, era presente proprio Gino Gaudio, pronipote di Tony Gaudio, insieme a Mary Reid e Gavin Glynn dell’Executive Producers di Los Angeles.
Nel film documentario la realtà del racconto dato delle interviste si mescola alla finzione. Un detective, interpretato dall’attore americano Howard Thomas Ray, rappresenterà sul grande schermo tutto il lavoro di ricerca dietro alla realizzazione di questo film. Infatti, nonostante si tratti di scene di finzione – di cui lo spettatore si rende conto grazie alla colonna sonora di Alessandro Papaianni e una diversa scelta stilistica della regia –, tutto ciò che viene scoperto, e i documenti mostrati, sono tutti reali. “Quando vedrete questo documentario scoprirete che Tony Gaudio è stato un maestro, un grandissimo professionista che ha cambiato tutto Hollywood – ha affermato Howard Thomas Ray durante l’incontro moderato da Ernesto Orrico a Villa Rendano –. Non era solo l’artista italiano con un certo bravura, ma era un innovatore, è stato una figura ai massimi livelli per tutto il cinema, quindi sono molto orgoglioso di essere anch’io parte del racconto della sua storia”.
Fondamentale per la realizzazione è stato il contributo della Fondazione Calabria Film Commission, ma soprattutto della Cineteca della Calabria – rappresentata da Maria Rosaria Donato – che nel 2017 ha scoperto questa importante figura, raccontato la sua storia nel volume intitolato “Tony Gaudio cinematographer. Una storia ritrovata”.
“The lost legacy of Tony Gaudio” è già stato parte della selezione ufficiale del 32º International Film Festival EnergaCAMERIMAGE di Toruń, in Polonia, e del 18º Buffalo International Film Festival di New York, nonché finalista alla 10ª edizione dei Fabrique du Cinéma Awards. Inoltre, ha recentemente ottenuto una menzione speciale della giuria durante la 10ª edizione di Visioni dal Mondo – il Festival Internazionale del Documentario di Milano –, dove è stato presentato al grande pubblico. In quest’ultima occasione era presente anche Mauro Fiore – anche lui rinomato direttore della fotografia di origini calabresi e vincitore dell’Oscar nel 2010 per il film “Avatar” di James Cameron –, che appare nel film di Nucci, e che sembra rappresentare un simbolico passaggio di testimone tra l’arte cinematografica di ieri e quella di domani. Dopo 88 anni da quando è stato perso il primo Oscar di Tony Gaudio, chissà che un’altra statuetta non arrivi a onorare la sua memoria.
Deborah Naccarato