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Unical, convegno sulla drammaturgia contemporanea inaugura il DramaFest 2024

Si è aperta con successo la seconda edizione del DramaFest, il festival della nuova drammaturgia organizzato da Libero Teatro. Mercoledì 27 novembre presso lo University Club dell’Università della Calabria si è tenuto il convegno “L’evoluzione della scrittura nel teatro contemporaneo: confronto tra gli addetti ai lavori e il mondo accademico”. L’argomento chiave era la drammaturgia e come si sia evoluta nel tempo; gli ospiti hanno espresso le loro percezioni sul tema e parlato del loro approccio nei confronti della scrittura e del teatro, oltre ad accennare brevemente agli spettacoli del festival (di cui poi hanno parlato nel dettaglio negli incontri con gli studenti dell’università).

A moderare l’incontro è stato il professore del DISU Emanuele Fadda, che ha aperto l’incontro in quanto rappresentante dell’Unical e per questo ha ricordato l’importanza dell’università come luogo di incontro e di dialogo, che deve fare spazio al teatro. Dello stesso parere Max Mazzotta, attore, drammaturgo, regista e direttore artistico del festival, che ha deciso che gli incontri dovessero tenersi all’università proprio per avvicinare gli studenti. Poi ha parlato della necessità di una nuova drammaturgia, che stia al passo con le trasformazioni della società e i nuovi linguaggi, perché senza di essa non si può sviluppare un nuovo teatro. Bisogna chiedersi come scrivere del contemporaneo, come rappresentarlo, sviluppando nuovi codici di scrittura.

A seguire è stato il turno di Katia Ippaso, critica teatrale, giornalista e drammaturga, che ha deciso di leggere una parte della lettera, estremamente attuale, scritta da Eduardo De Filippo nel 1959 all’allora ministro del turismo e dello spettacolo, in cui l’attore denuncia il vuoto creatosi attorno al teatro, tediato dalla censura del fascismo, che lo aveva reso elitario e ancorato agli schemi del passato. L’autrice ha poi voluto mettere in luce il fatto che il teatro contemporaneo sia caratterizzato da un forte individualismo e “abuso dell’io”.

Sulla questione si è soffermata anche Valentina Valentini, autrice e docente universitaria, nel successivo intervento: ella ritiene infatti che nella drammaturgia contemporanea si tenda a ripiegare ossessivamente sul proprio vissuto, sulla quotidianità, con spettacoli privi di dialoghi e quindi privi di confronto fra idee. Secondo lei bisogna cercare di superare questo schema e trovare un nuovo linguaggio che riesca a rappresentare la contemporaneità senza paura di esprimere conflitto.

In conclusione, sono intervenuti gli attori delle compagnie coinvolte durante il Festival: Massimiliano Setti, Elvira Frosini e Daniele Timpano. Setti ha partecipato in rappresentanza della compagnia Carrozzeria Orfeo, descrivendone le dinamiche, e ha ribadito il bisogno di avvicinare i giovani al mondo del teatro, citando come esempio positivo il  lavoro del Teatro dell’Acquario di Cosenza. Frosini e Timpano, entrambi autori, registi e attori del loro spettacolo, hanno raccontato della loro esperienza di scrittura a quattro mani, a volte conflittuale ma estremamente stimolante, e del loro approccio alla drammaturgia: cercare ispirazione ovunque e guardando indietro nella storia, mettersi in dubbio e porsi domande, nella speranza che il pubblico rimanga colpito e se le ponga anch’esso.

Alice Orrico

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