Seconda settimana di sospensione all’Università della Calabria, stavolta non solo per la didattica in presenza ma anche per i servizi di alloggio e mensa.
L’ateneo si adegua così al nuovo decreto emanato ieri sera dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, che estende a tutto il territorio nazionale le misure previste inizialmente solo per la zona gialla, “al fine di contenere e gestire l’emergenza epidemiologica da COVID-19”.
La sospensione della didattica già programmata dalla governance dell’Unical si prolunga di un’altra settimana: nessuna lezione fino al 15 marzo, quindi, salvo la possibilità di “svolgimento di attività formative a distanza”. Nella giornata di oggi una riunione con i Direttori di Dipartimento servirà a discutere un piano formativo ad hoc, mentre sulle questioni tecniche sta già lavorando una task force d’Ateneo.
Ma le restrizioni maggiori riguardano il Centro Residenziale. Gli studenti sono invitati infatti a “lasciare l’alloggio entro le ore 16 di oggi 5 marzo”, poiché la fruizione dei servizi di alloggio e mensa è sospesa. Potranno rimanere nelle proprie case solo gli studenti internazionali, ma non potranno ricevere visite, poiché l’accesso ai quartieri residenziali sarà consentito solo agli internazionali. Rimane attiva solo la mensa delle Maisonnettes, mentre sono chiusi bar e mense del Polifunzionale (nella foto), dei Martensson e di piazza Vermicelli.
Dovrebbero rimanere aperti invece gli uffici dell’ateneo, per consentire ai dipendenti di lavorare, ma specifiche indicazioni per il p.t.a. saranno rese note in giornata dalla Direttrice Generale.
L’Unical si prepara insomma a dieci giorni durissimi, con ripercussioni non solo sulla didattica ma anche e soprattutto sulla vita nel Campus: nessuna alternativa al momento sembra essere contemplata. “Questo scenario richiederà uno sforzo corale della comunità accademica” ha annunciato il Rettore Leone. Misure così drastiche erano effettivamente inimmaginabili.
Aggiornamento ore 15:00 – Il Centro Residenziale fa un passo indietro. Rispondendo alle reazioni indignate di studenti e rappresentanti per l’intimato sgombero delle residenze, il Centro ha inoltrato una nuova mail agli alloggiati, comunicando che “per esigenze di esami o altro, chi vorrà continuare ad usufruire del servizio, potrà farlo segnalandolo agli uffici preposti”. Meno male.
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