Prima di parlare di inclusione sociale è importante capire quali possono essere le radici che generano l’esclusione. È questo il punto di partenza su cui hanno iniziato a lavorare i 24 partecipanti al progetto “CIP – Coaching and Inclusion Practices” del programma Erasmus+ curato dall’associazione Entropia APS e sostenuto dalla Commissione Europea, che attualmente si sta svolgendo al DAM dell’Unical, Rende (CS).
All’Advanced Planning Visit, avvenuta a ottobre, erano presenti 14 rappresentanti delle organizzazioni partner provenienti da Spagna (Asociacion Mosca), Romania (ANDCTR), Germania (Jugend Bildung), Bulgaria (Youth Senate Bulgaria), Estonia (Youth Senate Tallin), Lituania (Tavo Europa) e Polonia (Stowarzyszenie Rozprawy o Europie). L’obiettivo della visita era capire insieme quali fossero le attività non-formali più adatte al Training Course “CIP” in base a sessioni di brainstorming aperte alle esperienze di ciascun partecipante nella propria sending organization.
Ora è il momento di mettere tutto in pratica. Il 7 novembre, infatti, 24 youth workers sono arrivati nel Campus per partecipare al training course vero e proprio, accolti dallo staff e dai volontari di Entropia, nonché dalla vicepresidente e coordinatrice del progetto Maria Pia Belmonte. Perché questi ragazzi hanno deciso di partecipare? Le risposte sono diverse: “For a new opportunity – afferma Elena di ANDTCR – and learn new things”, “I want to get new knowledge – dichiara Patryk di Reflections on Europe – about coaching and inclusion” oppure “because – come asserisce Judith dell’Asociacion Mosca – it is my field”.
“I work in different NGO’s in Lithuania and Italy – racconta Lina dell’organizzazione lituana Tavo Europa –, especially focusing on Erasmus+ and ESC projects that involve people with fewer opportunities, so when I saw the call, it caught my eyes as it focuses exactly on the topics that interest me personally and professionally. It is also seemed as a good opportunity to get to know different associations in Europe and Calabria that work in the same field and can have interesting input and maybe new collaborations.”
Quali sono le aspettative? “I would like to gain some more knowledge about the project topic and what issues other countries face – afferma ancora Lina –, share the tools and maybe different approaches to common matters we are all facing as youth workers or project coordinators. I’d like to expand my professional network to start working on new projects and challenge the social exclusion together”.
Tra i partecipanti sono presenti persone che – proprio come Lina – sono già youth workers con esperienza. Guidati dai trainer Silvia Crocitta e Luca Mollo, i gruppi di lavoro stanno analizzando le storie di coloro che per diverse ragioni si trovano ad essere esclusi, per cercare di rispondere ai casi per i quali ancora non è stata trovata una risposta “standard” che risolva realmente la situazione. A supporto di questo processo stanno tutte quelle teorie che parlano di inclusione sociale dal punto di vista della letteratura fornite dalla Commissione Europea con il social compass, il quale può aiutare a dare risposte più adeguate e innovative che gli youth workers possono applicare nelle loro organizzazioni.
Tra gli obiettivi di questo Training Course troviamo: la possibilità di sviluppare nuove competenze – riconosciute a livello europeo dalla certificazione YouthPass – per poter progettare e gestire sessioni di coaching inclusive all’interno di progetti di solidarietà ESC; migliorare la capacità di lavorare in gruppo; e condividere le proprie esperienze, confrontandosi e accrescendo così non solo il proprio bagaglio culturale, ma anche quello dei propri compagni.
Il progetto “CIP” ruota tutto attorno all’inclusione sociale, ma è destinato soprattutto a chi vuole diventare professionista del settore: un ottimo fattore di lancio per altri progetti di inclusione sociale nell’ambito dei programmi European Solidarity Corps ed Erasmus+ o di qualsiasi altro programma destinato ai giovani, come il Servizio Civile Universale, fondi PNRR o bandi regionali.
Deborah Naccarato
Foto Anna Halasi