Cinema Rende

Il Dams in città. Secondo appuntamento al cinema

Giovedì 25 gennaio, alle ore 20:15, presso il Cinema Garden di Rende, si terrà la presentazione e proiezione dei film “Dal ritorno” e “Viaggio a Montevideo” di Giovanni Cioni, alla presenza del regista (nella foto). Questo secondo appuntamento con la rassegna “Viaggio in Italia” si svolge in occasione delle celebrazioni per il Giorno della Memoria. Partecipano i docenti Dams Daniele Dottorini e Bruno Roberti. L’ingresso è libero.

“Giovanni Cioni è un cineasta della perdita di riferimenti. Lontano dalle abitudini, la sua cinepresa si fa esploratrice, trasformando in territorio ignoto l’ambiente che attraversa.Il suo sguardo sconvolge i codici del documentario. Rimescola le piste della realtà e della finzione. Elabora nuovi spazi, nuove temporalità, da dove emergono umani che sembrano sorgere da un altrove impalpabile.Nella sua impostazione, l’occhio costruisce una realtà, coglie il mondo senza certezze. La sua impronta unica è fatta del marchio di un uomo in ricerca, e dello sguardo di un grande cineasta. “ (Carlo Chatrian, Visions du Réel 2011).

“Dal ritorno” (90 minuti, 2015) non è un film sulla memoria, è un film su di noi, su un uomo – un uomo che sopravvive e che sta scomparendo, il suo racconto, i luoghi del suo racconto. I luoghi della sua vita oggi, la sua esistenza dopo, nel silenzio, nell’incredulità. Un film sul ricordare, un film sulla scomparsa dei testimoni possibili, è un film sulla solitudine e lo smarrimento di fronte alla parola del ricordo, dunque è un film su noi, noi che dobbiamo ricominciare daccapo, soli, senza testimoni, e riattraversare i luoghi e ricomporli con la storia raccontata, come se dovessimo ripartire da lì, dal fatto di esserci, misurare, toccare i luoghi, in un sopralluogo senza fine, dove questa storia atroce è successa e forse sta ancora succedendo.

“Viaggio a Montevideo” (51 minuti, 2017) prende il titolo da una poesia di Dino Campana dai Canti Orfici pubblicati nel 1914. Ma non è un film sul poeta. Sono frammenti di partenze e di ritorni, frammenti o variazioni nel senso musicale. Degli strati di tempi e di valli. Un viaggio. L’eco di un viaggio. Di una ricerca del mondo.
L’ispirazione era la materia “cinematografica” dei Canti Orfici di Dino Campana, gli strati di tempo che si sovrappongono alla materia musicale degli elementi, l’acqua, la terra, la pietra, il fuoco, in risonanza con le sue visioni di fughe e di erranze (fino alla Pampa argentina o in un ospedale psichiatrico in Belgio).
Una fuga dal mondo, una ricerca del mondo, di un luogo dove avrebbe vissuto. Dino Campana ha scritto nei monti dove tornava. Sono i monti dove sono venuto (tornato?) a vivere qualche anno fa.
Non si trattava di fare un lavoro sui Canti Orfici (d’altronde il film è girato in altre montagne, le Alpi) ma di ispirarsene, come materia cinematografica di approccio ai luoghi, al tempo, alle partenze, ai ritorni. La vita.

FaC

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