Giulia Cecchetin doveva laurearsi proprio quando è stata uccisa: da questo nasce la scelta simbolica dell’università come luogo in cui manifestare contro la violenza di genere. Nella serata di ieri, infatti, molti studenti e alcuni docenti universitari si sono radunati in suo ricordo all’inizio del Ponte Pietro Bucci dell’Università della Calabria.
Il sit-in è stato inizialmente promosso e organizzato dall’associazione Arcigay di Cosenza, ma è stato prontamente accolto e condiviso da numerose associazioni presenti e operanti sul territorio tra cui: il Centro Women’s Studies dell’Unical, il Centro Antiviolenza Roberta Lanzino, Nova, Spazio Donna Cosenza, la Terra di Piero, I Giardini di Eva, Mediterranea, a cui si aggiungono varie associazioni studentesche.
La manifestazione è stata aperta da Alessandra Lucanto, presidente dell’Arcigay di Cosenza, che ha posto l’attenzione sulla scelta del luogo, ricordando Giulia e chiedendo a tutti di unirsi per combattere la violenza di genere. Successivi interventi sono stati a cura di rappresentati o presidenti di associazioni, ma anche di studenti che desideravano far ascoltare la propria opinione. Si è posta l’attenzione anche su ciò che è la violenza latente, quella nascosta che riguarda la sfera economica e psicologica, chiedendo a gran voce di intervenire, tentare in ogni modo di bloccarla prima che giunga alla sua forma più drammatica, la violenza fisica e il femminicidio.
Significativo è stato l’intervento di Silvio Cilento, presidente Arci Cosenza che in poche parole ha perfettamente sintetizzato le motivazioni della manifestazione. “Siamo stanche e probabilmente abbiamo anche tanta paura, ma non credo sia il momento di farci sconfiggere da quelle emozioni negative — afferma — è il momento di iniziare a muoverci, scendere in piazza e fare rumore per davvero. Smettiamola di delegare alcuni luoghi alla prevenzione e alla formazione di ciò che siamo e di ciò che saranno le nuove generazioni. Non ci fermiamo neanche un secondo, combattiamo per le battaglie giuste e non chiniamo il capo in silenzio: incontriamoci, riconosciamoci e costruiamo la società che vogliamo”.
“Non si può negare che viviamo in una società patriarcale in cui l’uomo viene premiato per il solo fatto di essere uomo — afferma Matteo Petramala, presidente di Nova Associazione —. Sono stato costretto a guardarmi dentro e ho scoperto che anche senza alcuna intenzione anche io ho goduto del privilegio di essere uomo. Questi delitti affondano le radici in una convinzione malata che amore e possesso possano albergare sullo stesso piano: questo è un problema strutturale e sistemico, siamo qui perché non abbiamo bisogno di minuti di silenzio. Le parole sono uno strumento potente, osservare in silenzio, rimanendo fermi e inerti non conduce a nulla: è giunto il momento di urlare che questa cultura deve cambiare, l’indignazione deve essere urlata”.
Con questo forte desiderio di far rumore ed essere ascoltati, il sit-in si è concluso non con l’osservanza di un minuto di silenzio, come è stato richiesto alle scuole italiane, ma con un simbolico minuto di rumore. Per Giulia, per tutte le donne che sono venute prima di lei, per far sì che possano essere davvero le ultime. Sono stati realizzati anche dei cartelli che pongono l’attenzione su particolari aspetti, come nel caso di “Not all men, but every woman has a story”.
“Iniziative come questa — afferma Giorgia Delle Donne, una studentessa universitaria — servono a non nascondersi, a non lasciare stare e soprattutto a far sentire a tante persone che non sono sole, per arrivare alle vittime di violenza di genere tutte, che non sono solo donne. Pensare di sentirsi forti o soddisfatti personalmente soffocando un’altra persona è disumano”.
“Partecipare a manifestazioni come quella di oggi — afferma Serena Gabriele, un’altra studentessa — è doveroso, non solo per palesare dolore e indignazione, ma soprattutto per far capire come ciascuni di noi, nel rapporto con l’altro, ha delle grosse responsabilità. È forte l’urgenza di ritrovare un’Umanità che ha alla sua base benevolenza e compassione, è indubbiamente necessario dare il massimo per raggiungere questo obiettivo”.
Per tutti coloro che intendono prendere parte ad altre manifestazioni e far ascoltare anche la propria di voce, gli appuntamenti sono per oggi Venerdì 24 Novembre alle ore 18 in Piazza 11 Settembre a Cosenza e per Lunedì 27 Novembre alle 18:30 con partenza al TAU dell’Università della Calabria per una fiaccolata.
Pia Giusi Oliveti