Disegnatrice, pittrice, giornalista e femminista, prigioniera politica in Turchia: la storia di Zehra Dogan è stata ripercorsa ieri da “Io, Donna. Io, Curda” un evento online organizzato da Spazio Donna per celebrare il Potere e l’Iniziativa femminile nella giornata internazionale della donna. Spazio Donna, inaugurato da poco a Cosenza in via Sant’Antonio dell’orto, si occupa proprio di empowerment delle donne offrendo spazi e attività per tutte quelle donne che desirano condividere momenti di socializzazione e di confronto. Il progetto è nato dalla collaborazione del MOCI, Movimento per la Cooperazione Internazionale di Cosenza e We World, organizzazione italiana indipendente, per prevenire e contrastare la violenza sulle donne e sui loro figli.
L’incontro digitale, moderato da Mariagrazia Martire, coordinatrice a Cosenza del progetto Spazio Donna, è stato un’occasione per conoscere il lavoro di Francesca Nava, giornalista di Presa Diretta e documentarista, che ha condotto inchieste su sanità, immigrazione e terrorismo, ricevendo nel 2014 il premio Ilaria Alpi. Francesca Nava ha firmato il film documentario, realizzato tutto da donne, Terroriste, Zehra e le altre, che racconta le storie di tre donne molto note nell’ambito della cultura e nella società turca e internazionale, incriminate in Turchia con l’accusa di terrorismo. “L’arte di Zehra non è solo denuncia, sono delle opere documentario che raccontano una storia quasi in presa diretta, e la donna è sempre al centro della sua opera” commenta Nava, e racconta come nemmeno in carcere Zehra abbia smesso di lottare. Francesca Nava condivide la testimonianza raccolta da Zehra, la sua storia, il massacro del popolo curdo e le condizioni di tortura psicologica e di privazioni vissute nelle carceri turche.
Zehra Dogan viene imprigionata nel 2016 a causa di un dipinto che raffigura la città curda Nusaybin, rasa al suolo dall’esercito di Ankara. Nel 2018 Bansky la “porta fuori” dalle prigioni turche, con un murales realizzato a Manhattan, che raffigura Zehra, in un suo stesso dipinto, e un messaggio a chiare lettere “FREE ZEHRA”. Così, mentre la stampa e la critica degli Stati Uniti la acclamava, e la invitava a ritirare importanti premi e riconoscimenti, il governo le negava il visto per andare a prenderli perchè su di lei pesavano le accuse di terrorismo di Erdogan. L’arte di Zehra ha un profondo livello filosofico, una posizione antifascista e rappresenta le relazioni tra corpi, maschili e femminili, racconta il populismo e il maschilismo sui corpi.
“Con un’arma puoi uccidere una persona – risponde Zehra alla giornalista nell’intervista riproposta da Spazio Donna – ma se nessuno racconta quel delitto gli altri non sapranno cosa è successo. L’arte è eterna, ha una potenza universale e racconta una storia a tante generazioni. L’arte del popolo curdo è legata alla sua resistenza, è lotta. […] In Turchia il problema non è solo Erdogan, il popolo è diventato razzista, appoggia un leader fascista. Le donne curde nelle carceri turche vengono picchiate, ferite, ci sono donne anziane incarcerate solo perchè il curdo è l’unica lingua che conoscono”. In carcere Zehra raccoglie le storie e i disegni delle donne e le trasforma in una graphic novel alla biennale di Berlino. L’arte prodotta in carcere ha avuto una forza dirompente “in carcere mi sono sentita libera come al fronte”.
Dopo Francesca Nava è intervenuto anche Pietro Panico, giornalista free lance, che ha commentato la storia di Zehra attraverso la prospettiva del femminismo intersezionale, perchè la sua storia colpisce in quanto donna e in quanto curda. “La Turchia è 157ima su 180 nazioni come libertà di Stampa, è un paese in cui la magistratura non è indipendente. Il dittatore perseguita chi teme di più. Erdogan teme le donne, e considera il movimento femminista alla stregua del terrorismo perchè sa che il vento di liberazione che prima o poi lo rovescerà partirà proprio dalle donne”. A chiudere l’incontro Alessandra Menniti, responsabile della Time Care di Spazio Donna e Yvette Sanneck, operatrice del centro, che hanno presentato i percorsi, i servizi e le attività che il centro proprone alle donne della comunità cosentina ma non solo.
Maria Pia Belmonte
Per prendere contatti con Spazio Donna Cosenza: https://www.facebook.com/Spazio-Donna-Cosenza-113215617198217
Per vedere il video integrale dell’evento:
https://www.facebook.com/113215617198217/videos/1237287076668703