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Proiezione docufilm “Ero Malerba”, una storia di carcere e redenzione

«Io ho sbagliato ed è giusto che io paghi il mio debito alla società, fino in fondo. Nessuna spiegazione potrebbe mai giustificare così tanta violenza da parte mia, ma io allora pensavo che lo Stato e la Mafia fossero la stessa cosa. Attenzione, io vorrei essere capito e non frainteso su questo tema: io non intendo affermare che la Mafia e lo Stato fossero la stessa cosa, io intendo affermare che ero convinto che lo fossero. E sono state queste convinzioni a determinare la mia scelta violenta, quindi uccidere per non essere ucciso.».

Martedì 10 dicembre alle ore 10:30 si terrà presso la sala teatro del DAM – edificio Polifunzionale, Unical – la proiezione del docufilm Ero Malerba, con la regia di Toni Trupia. A introdurre la proiezione Franca Garreffa, docente di Sociologia della devianza, nonché responsabile del Polo penitenziario dell’ateneo.

Il film documentario ripercorre, attraverso fonti e testimonianze, la storia di Giuseppe Grassonelli, soprannominato Malerba – “erba cattiva”, per designare un soggetto incorreggibile –, sicario della stidda di Porto Empedocle e condannato all’ergastolo per una serie di omicidi perpetrati nel contesto storico delle stragi di Porto Empedocle (1986-1990).

 

Adolescente irrequieto, per volere della famiglia sbarca in Germania, nella speranza che possa tenersi lontano dall’illegalità. Tornato in Italia, qualche anno più tardi, si trova ad assistere alla strage della sua famiglia per mano di un commando del Clan dei Corleonesi; Grassonelli rimane ferito a un piede, ma sopravvive. In breve tempo un altro componente della famiglia viene ucciso e i superstiti della strage arrestati: tornare in Germania pare una scelta opportuna. Neanche lì, però, Malerba trova tranquillità: organizza il viaggio di ritorno in Sicilia e decide di vendicare l’uccisione delle persone che amava; dopo una serie di omicidi, nel 1992 finisce in carcere.

È proprio in carcere che il protagonista della vicenda, nel docufilm e nella realtà, scopre la passione per la letteratura e la filosofia, s’interessa alla lingua italiana e si laurea con lode.

Il docufilm è tratto dal libro Malerba, scritto da Carmelo Sardo, cronista che aveva ai tempi seguito il caso, e Giuseppe Grassonelli, e pubblicato nel 2014. È stato girato prevalentemente in Sicilia e ad Amburgo; l’intervista allo stesso Grassonelli, invece, ha avuto luogo nel carcere di massima sicurezza di Sulmona, grazie a un permesso speciale concesso dal DAP, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

L’imperfetto nel titolo è rappresentativo di un discostamento dal passato, di qualcosa che è stato e che ora non è più: Giuseppe Grassonelli non rinnega Malerba, ma ne prende le dovute distanze.

Quello raccontato nel docufilm – e chiaramente anche nel libro – è un percorso di riscatto, di scoperta e riscoperta di sé, di ricerca della libertà attraverso la conoscenza, proprio da parte di chi della libertà autentica non ha mai potuto fare esperienza.

Anna Raspa

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