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Assemblea cittadina, “Rende non è una città mafiosa, dimissioni subito”

Martedì sera a Rende è successo un fatto importante. A due settimane dall’inchiesta “Reset”, che ha visto coinvolto anche il sindaco della città, agli arresti domiciliari dal primo settembre con la grave accusa di voto di scambio politico- mafioso, in una pubblica piazza si è svolta un’assemblea cittadina per discutere presente e futuro della città. Questa, comunque la si pensi, è una buona notizia in una Calabria spesso bollata come complice e omertosa.

L’incontro dal titolo “Cosa succede in città” convocato dall’associazione Attivarende e partecipato da oltre un centinaio di persone, ha visto susseguirsi quindici interventi al microfono aperto. Fra gli intervenuti, oltre al consigliere comunale di opposizione Mimmo Talarico ed a Marina Simonetti, Daniela Ielasi, Massimo Ladeda, c’era anche la deputata del Movimento 5S Annalaura Orrico, che ha richiamato la “centralità della questione morale”, associandosi alla richiesta di dimissioni del sindaco. Le dimissioni aprirebbero la strada verso nuove elezioni, ma l’orientamento dell’amministrazione Manna al momento sembra essere quello di mantenere saldo il potere, nonostante i sospetti che aleggiano sul suo operato. Non si spiegherebbe altrimenti il frettoloso insediamento di una vicesindaca (la cui nomina giaceva in un cassetto da aprile) con il dichiarato compito di “assicurare continuità amministrativa”.

“Questa piazza rifiuta l’etichetta di città mafiosa, collusa o silente, e chiede un passo indietro a tutta la giunta, non come ammissione di colpa bensì come gesto di responsabilità nei confronti di una comunità, che altrimenti rischia l’onta e le conseguenze di uno scioglimento per mafia”, questa la posizione unanime emersa a fine assemblea. “Ogni cittadino è innocente fino a prova contraria – hanno dichiarato a più riprese gli organizzatori – ma occorre anche sottrarsi a questa diatriba strumentale su garantismo e giustizialismo. Un semplice cittadino ha il diritto di difendersi nel processo, chi riveste un ruolo pubblico ha il dovere di rendere conto alla comunità”.

r.f.c.

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