Diminuisce in Italia il numero di persone provenienti da Paesi extraeuropei: è questo il dato saliente del “Dossier statistico immigrazione 2020”, curato dal Centro Studi e Ricerche IDOS e presentato nei giorni scorsi in videoconferenza, secondo i dettami delle recenti norme anticontagio. Il Centro si occupa proprio dello studio dell’immigrazione attraverso l’analisi dei dati socio-statistici e, in particolare, redige e pubblica il “Dossier Statistico Immigrazione”, giunto ormai alla sua trentesima edizione. E’ stata Roberta Saladino, referente regionale del Centro per la Calabria, a fornire un quadro generale della situazione in Italia: dall’occupazione ai flussi, dai centri di accoglienza all’istruzione, e più in generale all’integrazione degli stranieri in Italia. Ovviamente i ricercatori hanno tenuto in considerazione la crisi che l’emergenza Covid-19 ha indotto anche nel sistema immigratorio europeo.
Ma veniamo ai numeri. In quanto a residenti stranieri in Europa, l’Italia si colloca al terzo posto, con poco più di 5 milioni di residenti stranieri. Nella graduatoria che riguarda invece il numero dei richiedenti asilo, l’Italia è al sesto posto nel 2020, mentre negli anni precedenti era tra le prime cinque nazioni. Il Dossier offre un quadro del fenomeno con riferimento non solo all’Italia, ma anche alla Calabria nello specifico. Passando all’analisi dei dati regionali, vediamo che dal 2017 fino ad oggi c’è stato un calo costante delle presenze nei centri di accoglienza. Nel primo semestre di quest’anno, sono state poco meno di 4000 le persone presenti nei centri di accoglienza della nostra regione. I residenti stranieri distribuiti in Italia sono soprattutto concentrati nel Nord del Paese, in Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna, mentre la Calabria si colloca al 13° posto. Nel 2018 era al 12° posto. Il lento e continuo aumento della popolazione straniera in Calabria nel 2019 si arresta, e sarà interessante vedere nei prossimi anni, soprattutto per via della pandemia, che cosa accadrà su questo fronte.
Per quanto riguarda le nazionalità straniere più diffuse, in Calabria primeggia la Romania, e a seguire Marocco, Bulgaria, Ucraina e India. Più nel dettaglio dati considerevoli di decremento si registrano per le comunità rumena e indiana. Per quanto riguarda le province, tutte e cinque le realtà fanno registrare dei decrementi considerevoli. Quelli più considerevoli riguardano Crotone – con un calo in termini assoluti di più di 2.000 persone – e Reggio Calabria – che fa registrare 1.000 persone in meno. Dopo tanti anni di costante incremento, quest’anno per la prima volta si registra una diminuzione della popolazione straniera in Calabria. Le conseguenze si riflettono principalmente sul sistema scolastico, infatti le classi sono sempre più vuote. Altro effetto diretto della contrazione di presenze straniere lo riscontriamo nel numero di occupati, che scende tra il 2018-2019 di circa il 9%. Anche le imprese immigrate per la prima volta diminuiscono dello 0,6%.
Quali sono le ragioni di questa diminuzione? I ricercatori non hanno dubbi: si tratta degli effetti negativi dei decreti sicurezza, che hanno spinto gli stranieri nella clandestinità. E’ quanto conferma Jens Hansen, referente della Chiesa Valdese in Calabria, che finanzia questa attività di ricerca da cinque anni. “I decreti sicurezza – ha spiegato Hansen – sono l’estrema espressione di una politica migratoria che fa dell’immigrazione un problema di sicurezza. Si considerano le persone che arrivano da un altro paese come un pericolo. Il Covid ha aggiunto soltanto altre problematiche, ha alimentato l’istinto razzista dichiarando l’immigrato non solo un problema di sicurezza ma anche come portatore di malattia”. Le politiche securitarie disegnano scenari di esclusione sociale, rendendo l’immigrato invisibile nel Mediterraneo e oltre i confini dell’Unione Europea. E’ necessario quindi un cambio di rotta, vi è bisogno di collaborazione e di sinergie istituzionali per fare uscire queste persone dal limbo in cui si trovano: rendere visibile il problema, attraverso studi, ricerche e analisi, è il primo passo in questa direzione.
Marica Tallarico