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Calabria zona rossa, proteste in tutta la regione. A Cosenza un corteo blocca l’A2

Prima di chiudersi in casa tanti hanno voluto manifestare il proprio dissenso contro una decisione che ritengono ingiusta e dannosa. Da oggi la Calabria è zona rossa e lo sarà almeno per due settimane, ma ieri è stato il giorno della protesta: sit-in e cortei autorganizzati hanno attraversato tutta la regione, prendendo di mira il governo nazionale e quello regionale.

Le responsabilità sul caso Calabria sono equamente distribuite: il sistema sanitario, prima ingrassato dalle clientele della classe politica regionale e poi ridotto all’osso da un lungo commissariamento, si è fatto trovare impreparato al ritorno autunnale dei contagi. Colpevole nella gestione dell’emergenza il commissario Cotticelli incaricato dal governo, e colpevole la giunta Santelli che pure avrebbe avuto margini per intervenire e non lo ha fatto.

A Catanzaro la manifestazione si è svolta presso la cittadella regionale, dove il presidente facente funzioni Nino Spirlì, sceso a parlare con i manifestanti e con la stampa, è stato accolto tra i fischi ed ha preferito tornarsene in ufficio. A Scalea un corteo ha bloccato la Statale 18. Corteo in serata a Reggio Calabria, dove una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto. Cittadini in strada anche a Castrovillari e a Corigliano-Rossano.

A Cosenza, il sit-in è cominciato in piazza Kennedy, per poi trasformarsi in corteo. Centinaia di persone hanno raggiunto lo svincolo dell’autostrada A2 bloccando per qualche minuto la circolazione. La manifestazione si è poi diretta verso l’ospedale di Cosenza, per esprimere solidarietà al personale medico impegnato a fronteggiare la pandemia in condizioni precarie. “Sanità pubblica” lo slogan più urlato, ma anche “Lavoro, salute, dignità” e “Tu ci chiudi, tu ci paghi”. Presa di mira la sanità privata responsabile, secondo i manifestanti, dello sfacelo della sanità pubblica in Calabria.  

Le proteste sono proseguite oggi. A Diamante hanno sfilato cittadini e commercianti, mentre altrove bar e negozi hanno alzato le saracinesche disobbedendo ai divieti del Dpcm. Per le strade non c’è il clima di marzo, sono in tanti a circolare, c’è persino traffico in alcuni punti, soprattutto in prossimità delle scuole. Da parte delle forze dell’ordine sembra esserci maggiore tolleranza, così è stato anche in occasione delle proteste e dei blocchi stradali. Vedremo se l’atteggiamento cambierà nei prossimi giorni.  

Come siamo entrati nella zona rossa lo sappiamo, ora bisogna capire come uscirne: difficile comunque che due settimane siano sufficienti.  

Daniela Ielasi

FaC

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