Elezioni Rettore PRIMO PIANO Unical UNIVERSITÀ

Elezioni del Rettore, sfida a due. Toni accesi alla terza assemblea

La terza assemblea del corpo elettorale dell’Unical, convocata oggi in vista del secondo turno di votazioni per il rettore, è stata particolarmente accesa. Il ritiro della candidatura di Luigi Palopoli ha impresso un’accelerata alla sfida e il 3 luglio si prefigura ormai come un ballottaggio anticipato fra i due rimasti, il rettore dei numeri, il matematico e informatico Nicola Leone, e il rettore delle parole, il latinista Raffaele Perrelli. Aula Magna sempre piena, questa volta “solo” una cinquantina di interventi e l’assemblea si chiude poco prima delle 14.
Il professore Leone tenta di mantenere l’attenzione sul programma, integrando alcuni punti dell’amico Palopoli (“ci legano 33 anni di amicizia” dirà nel suo discorso introduttivo), in particolare l’idea della Scuola interdisciplinare, il Fondo rotativo per la ricerca e le misure per la trasparenza. Ribadisce il carattere pubblico e generalista dell’università (“L’università cresce tutta o affonda”). Ricalibra il peso degli studenti e del p.t.a. (entrambe le categorie al primo turno hanno sostenuto in maggioranza il suo avversario), aprendo al coinvolgimento delle associazioni nella gestione di alcuni servizi (vecchia idea del rettore uscente mai realizzata) e alla formazione del personale con fondi Inps. Necessaria una riorganizzazione “senza stravolgere”, valorizzando le competenze. E sul direttore generale, contro “maldicenze e calunnie” annuncia una open call, veramente aperta e trasparente. Poi ancora reclutamento di qualità, impegno a livello nazionale per i ricercatori abilitati, internazionalizzazione, Campus e Polifunzionale, un ufficio strategico per le risorse, una piattaforma per la trasparenza. Su didattica e ricerca non ritorna, per non ripetersi, ma insiste sul primo semestre del primo anno, contro la dispersione e gli abbandoni.
Quando è il turno di Perrelli, l’assemblea prende un’altra piega. Non c’è spazio per i programmi, il suo “Manifesto” lo ha già presentato pubblicamente oltre che inviato a tutti gli elettori. Né gioca a “sussumere” le linee programmatiche di Palopoli e del suo elettorato (“Non trovo di buon gusto disputarmi le spoglie”). Punta dritto all’avversario, ai suoi sostenitori (“la governance degli ultimi vent’anni è schierata dall’altra parte”), e al rettore uscente, che ha lasciato Palopoli per schierarsi con Leone già prima del primo turno (“dovrebbe spiegarci perchè”). Denuncia la pesante intromissione della politica locale in questa campagna elettorale (gli faranno eco successivamente Guerino D’Ignazio, Nuccio Ordine, Girolamo Giordano). Due in particolare gli episodi incriminati: la dichiarazione di Crisci a favore dei sindaci eletti di Rende e Montalto e l’endorsement pro Leone di Ernesto Magorno, senatore del PD (“siamo cresciuti insieme nei vicoli di Diamante”, spiegherà il matematico nella sua replica). Raccoglie applausi ripetuti il latinista, che dosa parole e ironia. “Mi sono sentito come un afroamericano prima di Obama”: anche un umanista può diventare rettore, un umanista “con un brutto carattere” ma che “dialoga con tutti”.
Il dibattito è vivo, la partita non è per niente chiusa: si esprimono i supporters dell’una e dell’altra parte, p.t.a. e studenti compresi, mentre in sala si mugugna, si contesta, si ride, si applaude. Per Leone la scelta è “tra una prospettiva di declino e una di rilancio dell’ateneo”, per Perrelli la scelta è “fra uomini di potere e uomini di cultura egualitaria”. Per chi osserva la scelta è tra i numeri e le parole, tra i modelli matematici e la poesia: una bella sfida.

Daniela Ielasi

FaC

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