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Filorosso: “Cura e rispetto per il Polifunzionale, centro storico dell’Unical”

Viviamo il Polifunzionale da quasi 30 anni, per noi rimane sempre la parte più bella dell’Università della Calabria, il luogo nel quale venne inaugurato il primo anno accademico nel 1972. Lo abbiamo ribattezzato “centro storico” dell’Unical perché ne custodisce la memoria e in questi anni abbiamo contribuito a prendercene cura, animandolo ogni giorno con attività socioculturali e rendendolo un luogo più frequentato e vivibile: in anni in cui dipartimenti, attività e servizi si spostavano sul Ponte Bucci, noi siamo rimasti qui, ad agire, a segnalare criticità, a suggerire soluzioni economiche e sostenibili. 

Quando dopo anni di incuria e abbandono l’amministrazione Leone ha deciso finalmente di investire sul Polifunzionale con importanti finanziamenti ed interventi, siamo stati quindi estremamente felici. Purtroppo però, da abitanti e osservatori attenti, ci tocca oggi denunciare la totale superficialità con cui questa opera si sta portando avanti, con una furiosa ansia da ristrutturazione che sta impattando in maniera cieca sulla morfologia del luogo. 

Ci riferiamo ad esempio alla pavimentazione all’ingresso, rifatta con una pendenza errata, che a distanza di un anno necessita già di opere di ripristino (come da foto); ci riferiamo alla collocazione di unità esterne di pompe di calore e sistemi antincendio in aree verdi, frequentate dal pubblico, o in zone di passaggio; ci riferiamo alla costruzione di nuove aule in corso, che ci auguriamo non vada a sacrificare gli alberi intorno (stiamo tuttora monitorando). Interventi che potevano essere tutti realizzati con modalità meno impattanti dal punto di vista visivo, ambientale e soprattutto rispettosi della vocazione socio-culturale di questi luoghi.

Al netto del nuovo bar-mensa, frutto di un investimento privato, e della ristrutturazione dell’Aula Gialla, ci sembra che la maggiorparte degli interventi avvenga senza effettuare sopralluoghi e valutazioni accurate, senza cioé rendersi conto realmente degli effetti prodotti, senza rispetto, senza alcuna sensibilità verso la storia del Polifunzionale e verso i suoi abitanti.
L’ultimo in ordine di tempo è la distruzione del murales storico del Filorosso, realizzato il 14 dicembre 1995, per la realizzazione di una gabbia contenente delle grandi bombole di azoto per il sistema antincendio del Centro di calcolo: un impianto che poteva essere tranquillamente collocato sul tetto, invece di ingombrare uno stretto corridoio, unica via d’accesso agli uffici della segreteria didattica e alla sede del DAM. Solo pochi giorni fa avevamo evitato che l’ennesimo sistema di ventilazione a servizio dei laboratori di Farmacia, venisse realizzato in prossimità delle finestre del teatro del DAM, dove quotidianamente si svolgono attività partecipate da studenti e cittadini: corso di Italiano L2, jam session, teatro, cinema, scambi Erasmus, eccetera.

Pertanto, così come fatto già ripetutamente presso gli uffici di competenza, con numerose mail e telefonate, adesso chiediamo pubblicamente che si ponga rimedio agli errori fatti e che in futuro si agisca con maggiore cura e rispetto per i luoghi storici della nostra Università.

Filorosso ‘95

FaC

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