“Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati”. Usa una frase di Nelson Mandela, Mauro Francini per spiegare che bisogna accettare la sfida del cambiamento se vogliamo conservare veramente i centri storici delle città. Docente di Tecnica Urbanistica presso l’Università della Calabria, Francini ha coinvolto i suoi studenti – con il supporto dell’ingegnere Sara Gaudio – in un concorso di idee per la rigenerazione di alcuni quartieri della città di Cosenza. I ragazzi hanno potuto mettere in pratica quanto appreso sui libri, si sono calati in un contesto reale, hanno fatto i sopralluoghi, intervistato i residenti: il risultato è l’elaborazione di 24 proposte progettuali per la riqualificazione di brani di città compresi fra il centro storico e l’espansione moderna. Ieri a Villa Rendano, nell’ambito di un’iniziativa organizzata con la Fondazione Giuliani, si è tenuta la presentazione dei sei progetti vincitori del concorso ed una mostra con tutti i disegni realizzati. Sono stati gli stessi studenti del Dipartimento di Ingegneria civile ad argomentare le proprie idee davanti ad un folto uditorio, presenti fra gli altri, il direttore Paolo Veltri, l’ispettrice del MiBact Margherita Eichberg e il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto.

I lavori sono partiti dall’analisi dello stato di fatto: elemento comune è la constatazione del degrado urbano presente nell’area interessata, che si traduce in un cattivo stato di conservazione degli edifici (oltre il 40% nel solo centro storico), la presenza di rifiuti, l’abbandono del verde pubblico, l’assenza di una mobilità sostenibile, la presenza di piazze-parcheggio, la mancanza di luoghi di aggregazione e la conseguente disgregazione sociale. Una prateria insomma per chi sogna di fare l’ingegnere o l’architetto, perché l’area compresa fra la città vecchia e la città nuova è tutta da reinventare. E infatti i progetti vincitori scrivono un corposo libro dei sogni, con la previsione di edifici ristrutturati e adibiti a musei multimediali, caffé letterari, centri culturali, spazi di coworking, serviti da sistemi di trasporto alternativo come car sharing e bike sharing, percorsi pedonali e piste ciclabili, un parco urbano, centri sportivi, tanti orti urbani e mercati con street food. Una città bella, efficiente, pulita, senza traffico e inquinamento, con una buona qualità della vita, stimolante per i giovani, vivibile per gli anziani e accogliente per le classi disagiate. “Ma chiediamo alle popolazioni di non sottrarsi al cambiamento”, rimarca uno dei futuri ingegneri a conclusione del suo intervento. “Sul centro storico di Cosenza invece – gli farà eco il professore Francini, prima di passare la parola al sindaco – si registrano soprattutto posizioni nostalgiche”.

“Nonostante alcuni mi accusino del contrario, io sono un conservatore” attacca Occhiuto, prima di aprire il suo libro dei sogni. Tralasciando le criticità, fa leva sui punti di forza individuati dai ragazzi, primo fra tutti il fiume, che “avrà argini riqualificati e sarà a tratti navigabile”, e snocciola gli interventi in cantiere, a breve e a lungo termine, dal Planetario a piazzetta Toscano, dall’ultimo lotto di via Popilia al Villaggio del Fanciullo, dall’ex Jolly alla Mancuso & Ferro. E sul centro storico annuncia l’arrivo di circa 13 milioni di euro, di cui 9 per l’acquisto e la ristrutturazione di edifici privati (a partire da quelli già messi in mora dal Comune) da destinare a studenti universitari e giovani coppie, perché “solo ripopolando il centro storico potremo salvarlo”. I fondi per la rigenerazione urbana non mancano, anzi “siamo pieni di soldi – conclude – la mia paura è di non fare in tempo a spenderli”. Perciò ben vengano le idee fresche dei giovani dell’Università della Calabria.
Daniela Ielasi