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Vivere il Polifunzionale. Ma le aulette di Farmacia restano nel degrado

Porte aperte, immondizia, cattivo odore: questo è da almeno cinque anni lo stato in cui versano le aulette 40 e 41 del Polifunzionale, gestite dal Dipartimento di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute. Da quando un collettivo studentesco le lasciò dopo un periodo di occupazione, le due aule sono rimaste abbandonate a se stesse e alla mercé di chiunque. A nulla sono valsi solleciti e segnalazioni, non è servita neanche la denuncia de Il Fatto Quotidiano – durante la visita del Presidente Mattarella esattamente un anno fa – a cambiare la situazione. Dentro restano vecchie coperte, scarpe, profilattici, a dimostrazione che i locali sono comunque vissuti, ma senza alcun controllo. Davanti a quelle vetrate passano ogni giorno studenti e docenti, famiglie durante le lauree, iscritti ai corsi di specializzazione e ai master ogni week end: un pessimo biglietto da visita per l’Università della Calabria. 

Eppure basterebbe poco per ripristinarle: una pulizia, un’imbiancata, una serratura alle porte e quegli spazi sarebbero subito pronti per lezioni poco affollate o come aule studio. Potrebbero anche diventare un’unica grande aula in modo da rispondere meglio alle esigenze didattiche del dipartimento. Non serve un capitale per rendere dinuovo agibile e decoroso questo angolo di università che da troppo tempo vive nel degrado. Il Dipartimento investe già in pulizie straordinarie in occasione di eventi importanti con la partecipazione di personalità di rilievo, e di recente si è deciso a proteggere le sue aule con dei chiavistelli. Con i traguardi che l’attendono – il nuovo master in “Medicina di Emergenza e Urgenza” e dall’anno prossimo il corso di laurea in Assistenza sanitaria – un’aula in più le farebbe certamente comodo. E comunque, da un “dipartimento d’eccellenza” – che riceverà dal Miur in cinque anni 6.750mila euro per l’assunzione di personale e 1.250mila per attrezzature – ci si aspetterebbe maggiore zelo. Invece le aulette 40 e 41 sono solo il simbolo più evidente del contrario. Basta fare un giro nel Polifunzionale per rendersene conto. Muri, murales e vetrate sono preda di stupidi e improvvisati “writers”, le telecamere non funzionano da anni, i bagni pubblici aspettano una ristrutturazione che non arriva mai, la sbarra d’accesso all’Orto Botanico – rotta da tempo – viene lasciata aperta sistematicamente da docenti, dipendenti e studenti di Farmacia che parcheggiano comodamente la loro auto dentro un’area pedonale e davanti l’Aula Circolare. 

Due mesi fa abbiamo assistito ad una conferenza in quella stessa Aula dal titolo “Ripensare e vivere il Polifunzionale”. Nelle intenzioni degli organizzatori, i direttori Sebastiano Andò e Francesco Raniolo, l’incontro doveva servire ad attirare l’attenzione della governance – il rettore Gino Crisci fu invitato a tenere le conclusioni – sul “centro storico” dell’ateneo, trascurato dallo sviluppo del Ponte Bucci tutto proiettato verso nord. “Le aule dipendono dai dipartimenti, c’è chi le preserva e chi no” fece notare lo stesso rettore intervenendo a quella conferenza. E Raniolo suggerì di cominciare a cogestire le aule, per ottimizzarne l’uso. Ecco, le buone idee non mancano, e soprattutto non costano nulla, bisogna soltanto dar loro un seguito.

Daniela Ielasi

FaC

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