La seconda edizione di Calabria in Fiore ha animato il Campus dell’Università della Calabria con dibattiti, concerti, mostre, stand e socialità. Il Festival è stato inaugurato da una piovuta generosa ma passeggera che ha rinfrescato il verde del Polifunzionale dopo giornate di caldo intenso. Daniela Ielasi, Presidente di Entropia, che ha moderato le tavole rotonde ospitate nel Microteatro del DAM, ha ringraziato accoratamente
relatori e relatrici che si sono offerti di “metterci la faccia”, offrendo contributi incredibilmente ricchi di spunti di riflessione e d’azione, in settori diversi, per rompere quelli che il territorio ancora vive come tabù. Perché la Cannabis è una pianta che ha subìto un processo di discriminazione culturale e legale, rapido e violento, di portata pari al potenziale del suo valore e della sua versatilità. Ma l’uomo la conosce da oltre 10 mila anni, e così c’è tanto da raccontare. Come testimoniano le mostre Una pianta, tanti nomi, mille usi di M. Muoio e D. Grazioso e la Collezione della famiglia Farro di tessili e utensili. Alcuni dei relatori che si sono alternati alle tavole rotonde partecipano ai tavoli tecnici nazionali e europei, come il professore Statti, chimico che si occupa di piante officinali, o Cusani canapicoltore o ancora Invernizzi che partecipa all’EHIA European Hemp Industrial Association che sta dialogando con l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Tutte le tavole rotonde si sono concluse con proposte e richieste precise e ben indirizzate, che non sono nuove e che rappresentano per tanti una lotta quotidiana che il Festival Calabria in Fiore ha raccontato a 360°.
Cannabis, comunque sia meglio legale
Medici e pazienti, informatori scientifici, magistrati, docenti, imprenditori e imprenditrici, sono moltissime le parti sociali che si sono alternate nei dibattiti di Calabria in Fiore e che quotidianamente si scontrano con questi tabù, per non parlare di quella che Antonella Soldo, autrice del libro Mamma mi faccio le canne. Guida alla Cannabis per genitori e figli, definisce la guerra ai giovani.
Alla presentazione del suo libro hanno partecipato il giudice E. Sirianni di Magistratura democratica e il professore G. Costabile del Dipartimento di Cultura, Educazione e Società dell’Unical, inquadrando il libro in una prospettiva di legalità e pedagogia. Il primo sottolineando “l’inganno che giustifica la repressione penale e il fallimento delle strategie repressive in qualsiasi luogo del mondo [..] dove la guerra alla droga determina una tragica torsione democratica e istituzionale tanto che si parla di narcodemocrazia”. G. Costabile ha invece ringraziato gli organizzatori del Festival per il coraggio testimoniato da anni di “impegno nella pericolosa ricerca della verità. Pericolosa perché la Verità è nemica del potere”. Dopo la tavola rotonda, la giornata è proseguita all’aperto con gli stand dei produttori locali, Jure, Calabrian Hemp e Elfi di Calabria e l’area Food & Beverage a km0 di Fattoria Biò, mentre l’Anfiteatro del polifunzionale ballava ai ritmi travolgenti della Krikka Raggae dalla Basilicata, e con il djset di Unicalternative Party.
Cannabis terapeutica e diritto alla salute
La tavola rotonda di sabato, dal titolo Cannabis terapeutica e diritto alla salute, ha invece portato l’attenzione sugli usi terapeutici della cannabis. Al dibattito hanno partecipato L. Calvi, medico anestetista specializzato in terapia del dolore, G. Battafarano, biotecnologo, G. Statti, docente Unical, e Silvia Randò, rappresentante della no profit Cannabiservice, i consiglieri A. Bruni e F. Laghi.
Il dibattito si è tradotto grazie ai contributi dei relatori in una lezione magistrale e trasversale, dai fitocomplessi della cannabis al sistema endocannabinoide, fino alle cause che portano i pazienti a rifornirsi al mercato nero. La testimonianza di Giampiero Tiano, uno dei primi pazienti in Italia e in Calabria a curarsi con la Cannabis e che da anni lotta perché venga riconosciuto il diritto alla salute, in una regione che tra l’altro soffre l’ostruzionismo della rete sanitaria regionale. Nella serata di sabato si sono esibiti Armando Quattrone e i Calabria All Stars con la Tarantella Raggae, Jovine e Tartaglia e il Dj set finale di Yayong e Buzzy.
Oro Verde: passato presente e futuro
Domenica alla tavola rotonda Oro Verde hanno invece partecipato l’assessora comunale M. Petrusewicz, l’imprenditrice e presidente di Federcanapa R. Invernizzi, I. Nardone presidente Cia Nazionale, M. Cusani di Canapa Sativa Italia, e la docente dell’Unical A. M. Napoli. Petrusewicz e Nardone hanno ripercorso alcune delle tappe più salienti della storia di una pianta, estremamente adattabile, resistente che riesce a rendersi indigena dei luoghi e che, se non fosse inciampata nell’oscurantismo cui è stata relegata nel secolo precedente, oggi sarebbe una risorsa preziosa in numerosi settori.
La demonizzazione parte da alcune molecole presenti nel fiore, e dall’uso che di quest’ultimo se ne fa, uso oggi definito “ricreativo”, ma interessa tutta la pianta in realtà. E piano piano si è persa memoria del fatto che in Sila si poteva produrre un veliero in tutte le sue componenti grazie anche alla canapa, oppure le automobili e persino il combustile, ma soprattutto troppo poco si pensa ad un intero settore di professionisti e operatori che nonostante le difficoltà già lavorano con la canapa, solo la “Cannabis Light nel 2019” ha interessato 10 mila addetti, 150 milioni di fatturato e 1500 aziende. Il Festival si è chiuso con un’esperienza culinaria unica, il pranzo calabro nipponico preparato da Giulia Secreti di Fatti di semola e Aiko Otomo di Apricus, ricette uniche in cui la tradizione culinaria giapponese e quella calabrese incontrano i gusti della canapa, accompagnati dalla birra artigianale del Maltonauta.
Maria Pia Belmonte