Salute SOCIALE

Fragilità al tempo del Covid19, prosegue il servizio di ascolto avviato dall’Unical

Prosegue fino a fine giugno il servizio di ascolto socio assistenziale a distanza,  promosso e coordinato dall’Università della Calabria e rivolto ai cittadini calabresi. Il lavoro di sinergia tra il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, il centro ICT d’Ateneo, l’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Calabria, e la preziosa collaborazione della società privata LIRS, che ha fornito il centralino per le chiamate, ne ha permesso l’attivazione ad aprile, in pieno lockdown. Il servizio, che funziona come un segretariato sociale, è rivolto a tutti i cittadini calabresi, per fornire informazioni su servizi e prestazioni sociali, sanitarie ed educative, accessibili nella fase di emergenza. La richiesta può essere effettuata sia telefonicamente, chiamando il numero messo a disposizione (0984 1758127) e sia tramite l’apertura di un ticket, che prevede la registrazione della richiesta cliccando sul link corrispondente alla relativa provincia di residenza. L’iniziativa resta ancora attiva fino a fine mese per continuare a lavorare sulle richieste ricevute e accoglierne delle nuove.

Per sapere com’è andata finora, ci siamo rivolti alla responsabile del gruppo di lavoro, Sabina Licursi, docente associata di Sociologia. Poco più di venti le richieste di aiuto giunte in tre mesi, provenienti principalmente da persone adulte, e per motivi eterogenei. Da situazioni più complesse, come casi di violenza domestica, a situazioni più semplici, di orientamento o informazioni relative sia a controlli medici, sia a bisogni più materiali come i buoni spesa o la spesa a domicilio. “E’ stata un’occasione per capire come l’Unical si possa mobilitare per favorire l’organizzazione di attori già presenti sul territorio – ci spiega la prof. Licursi – come si possano mettere insieme le risorse per avviare processi cooperativi di costruzione di interventi e azioni nel sociale; è un’esperienza di apprendimento sia per l’Università che per gli altri attori”.
“Il numero di richieste – continua la responsabile del progetto – anche se piccolo, è l’inizio di una strada percorribile ed è anche, soprattutto, uno spunto di riflessione per il nostro gruppo di lavoro, su come arrivare a chi ha più bisogno, facendo rete, innanzitutto, con le organizzazioni che sono più radicate nei territori”. Il servizio d’altronde è partito in un momento in cui era già abbastanza delineato il piano di cambiamenti a livello normativo, e poi in Calabria, fortunatamente, l’emergenza sanitaria non è stata poi così forte. Ora che l’esperimento si avvia alla conclusione, rimangono la collaborazione e la disponibilità degli enti del territorio, oltre al ruolo di coordinamento svolto dall’ateneo: questa rete costituisce, secondo la docente, il valore aggiunto del progetto.

Si tratta della cosiddetta “terza missione” dell’Unical, finalizzata, nel periodo di emergenza sanitaria, a sostenere e a vitalizzare la nostra regione. Le competenze, gli strumenti e tutte le risorse che l’università può mettere a disposizione rappresentano una riserva di energia utile alle persone e alle istituzioni (sanitarie e della Protezione Civile) coinvolte, in prima linea, nella sfida contro il virus. Fra le altre iniziative promosse dall’ateneo nell’ambito dell’azione “UnicalvsCovid19” ricordiamo anche la raccolta fondi per oltre 90mila euro: una parte di questi è già  stata utilizzata per l’acquisto di un ecografo portatile, consegnato all’Azienda Ospedaliera di Cosenza.

Valeria De Franco

FaC

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