MONDO UNIVERSITÀ

Due anni senza Giulio. Anche dall’Unical si chiede verità sul caso Regeni

Il 25 gennaio di due anni fa in Egitto spariva Giulio Regeni, dottorando presso il dipartimento di Scienze Politiche e studi internazionali dell’Università di Cambridge. Il suo corpo fu ritrovato, torturato a morte, per la strada ad Al Cairo, il 3 febbraio. Giulio stava lavorando alla sua ricerca sui sindacati egiziani, quando fu barbaramente ucciso. Oggi, a distanza di due anni, continua l’incessante lavoro dei genitori di Giulio e delle organizzazioni umanitarie come Amnesty International, per arrivare alla verità sulla morte del ricercatore. Una verità scomoda probabilmente, che coinvolge la polizia egiziana, i servizi segreti ed il regime di Al Sisi, stando ai depistaggi messi in atto all’indomani del ritrovamento.

Quest’anno si sono unite anche scuole e università alla richiesta di “verità e giustizia per Giulio”, in forme diverse. All’Unical la giornata sarebbe passata in silenzio, se non fosse stato per la sensibilità di un gruppo di studenti e dottorandi di Scienze Politiche, che hanno inteso unirsi al coro di protesta. Hanno realizzato le foto, le hanno condivise sui social, si sono date appuntamento sul Ponte Bucci. Purtroppo si sono scontrate con l’indifferenza e l’ignoranza dei colleghi. “Ma chi è Giulio Regeni? Succede anche questo tra gli studenti dell’UniCal – lamenta una di loro su FB – non conoscere la storia di un collega assassinato dai sicari di un dittatore, mentre faceva quello che amava. Fare ricerca sul campo a proposito dei sindacati indipendenti in Egitto. Andiamo male!”

FaC

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