Torna Lou Palanca, collettivo di scrittori – Danilo Colabraro, Valerio De Nardo e Nicola Fiorita – “a geometria variabile”, supportati dall’editore Rubbettino di Soverato (CZ), con una quarta pubblicazione che fuoriesce dagli schemi delle precedenti, perché trattasi di un giallo. Il romanzo è stato presentato in diverse librerie e in anteprima al Museo del Presente a Rende, e di seguito anche nelle librerie della provincia di Catanzaro.
Ambientato tra i cubi del campus di Arcavacata in un freddo venerdì di dicembre, il libro racconta dell’omicidio di un professore di diritto penale comparato che porta a galla le ombre scure che avvolgono l’ateneo e le inquietudini e angosce dei diversi protagonisti. Le indagini si sviluppano in due direzioni; un delitto passionale o di mafia e che vedono alla fine quattro indagati.
Quella che però rimane la protagonista in assoluto del libro è l’Università della Calabria, raccontata in prima persona dai protagonisti, ognuno di essi lo fa attraverso sentimenti e sensazioni differenti; descritta con toni di amarezza, rabbia e denuncia di amanti delusi. Un libro che cerca così di mostrare il sogno, non realizzato, di un’università che avrebbe dovuto plasmare coscienze e garantire la nascita di una nuova classe dirigente, ma che in realtà ha fallito in questo percorso favorendo invece la divisione di intellettuali, non riuscendo a raggiungere quell’obiettivo utopico di pareggiare “i conti” con il Nord. Quello che manca in Calabria, come recita il libro, è che mentre nel mondo l’intelligenza diviene una cosa fondamentale, qui «si valorizza la furbizia, la spregiudicatezza, magari la bella presenza».
