Si avvicina il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza di genere, ma all’Unical il calendario delle iniziative è già partito il 4 novembre e proseguirà fino al 17 dicembre. Incontri, iniziative, seminari accessibili a tutti, nati dalla collaborazione fra docenti ed insegnamenti di “Violenza di genere e sessismo”, “Differenze e disuguaglianze di genere”, “Fondamenti di Psicologia dinamica”, e “Istituzioni di Diritto pubblico”, per una sensibilizzazione più diffusa possibile. Giovanna Vingelli, direttrice del corso di “Differenze e disuguaglianze di genere”, nonché responsabile del Centro di Women’s Studies “Milly Villa” e delegata del Rettore per le Pari Opportunità ci ha spiegato le ragioni di questa scelta.
Professoressa, perché quest’anno l’Unical ha pensato un calendario di inziative così ampio per la giornata mondiale contro la violenza di genere?
Quest’anno l’idea fondamentale dei docenti Unical per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne è quella di parlare in ogni corso di laurea, anche solo per 15 minuti e in un arco temporale di circa un mese, di violenza di genere e di possibili strumenti di contrasto ad essa. La nostra ambizione è infatti quella di creare un clima nell’università che dica a tutti che il problema c’è, sia all’esterno che all’interno, e che permetta di focalizzare tutta l’attenzione sul fenomeno, rendendo così difficile l’attuazione o la continuazione di eventuali atti di molestie e violenze. Le lezioni diffuse e i seminari sono anche dei luoghi in cui creare delle sinergie con gli studenti che ci possono suggerire strumenti o modalità che noi non abbiamo considerato.
Pensa che queste iniziative possano concretamente aiutare ad arginare le molestie, il sessismo e la violenza di genere?
Le università si occupano di formazione, sensibilizzazione e, per quanto riguarda la violenza di genere, di tutte quelle iniziative che, anche secondo la Convenzione di Instabul, risultano essere di prevenzione. Come Unical già da tempo rientriamo ad esempio nella rete italiana Un.I.Re (Università in rete contro la violenza di genere), che da subito è stata una rete molto operativa. Il nostro ateneo è partito già da qualche anno con dei corsi sulla Disuguaglianza di genere, il chè ci dà un forte segnale su quanto sia alto l’interesse degli studenti in merito a formazione, prevenzione e competenze da acquisire su tutti quei temi che si ricollegano alla violenza di genere. Io sono ottimista rispetto al futuro, proprio perché si fa riferimento ai giovani e alle giovani che stanno studiando queste materie e che di conseguenza saranno nel futuro delle professionalità molto attente alla questione delle pari opportunità. Qualcosa si sta muovendo anche nella scuola e nel nostro territorio ci sono sempre più scuole che, anche con focus o dei progetti pon, vanno in questa direzione.
Quanto potrebbe contribuire l’introduzione di un insegnamento scolastico che educhi e abitui già da bambini all’importanza delle pari opportunità?
L’introduzione di un’educazione sessuale nelle scuole è fondamentale per far sì che la sensibilizzazione avvenga già dai primi anni di vita. La stessa legge sulla buona scuola introduce in tutte le scuole di ogni ordine e grado degli insegnamenti che hanno a che fare con le pari opportunità. Ma purtroppo vi è anche una forte resistenza, sia da parte del corpo docente che delle famiglie, che considerano necessaria l’introduzione in famiglia di argomenti quali l’educazione sessuale o le differenze di genere. Bisogna così trovare dei compromessi che consentano di sradicare quell’ordine eterosessista. E’ difficile insegnare il rispetto, ma un’attività di decostruzione degli stereotipi di genere potrebbe aiutare i bambini e le bambine, apertissimi all’argomento, a non giudicare gli altri e ad agire in un contesto di eguaglianza e rispetto tra pari.
Alessia Brogno