“La città unica esiste già, ed è vero. Ma cos’è che fa unica una città? Lo fanno gli intenti delle persone, lo fa la storia, ci si riconosce nella propria identità municipale – afferma Massimo La Deda, docente di Chimica dell’Università della Calabria –. Bisogna votare sì o no se si ritiene che i servizi che offrirà miglioreranno o peggioreranno, questa è la domanda a cui dobbiamo rispondere l’1 dicembre. Pensiamo che un unico sindaco, un’unica giunta, offra dei servizi migliori? Sì o no, dobbiamo chiederci, dati alla mano, se conviene o non conviene”.
Con questo primo intervento ha avuto inizio il dibattito pubblico organizzato da Filorosso presso la sala teatro del DAM, nell’edificio Polifunzionale dell’Unical. L’evento, pensato in vista del referendum consultivo sulla città unica – moderato dalla giornalista Daniela Ielasi – puntava a fare un po’ di chiarezza sui pro e i contro relativi all’unione dei comuni di Cosenza, Rende e Castrolibero. Ad intervenire i rappresentanti di entrambe le fazioni: Maria Pia Funaro e Giacomo Mancini – sostenitori del “Sì” – e Massimo La Deda e Sandro Principe – schierati per il “No” –.
La città di Cosenza ha accumulato un debito di circa 300 milioni nel corso del tempo e il costo dei servizi è superiore del 70% rispetto al costo standard, mentre quello di Rende è inferiore del 20% – secondo i dati riportati da La Deda, che continua affermando che – “la maggior parte dei proponenti sono tutti Cosentini, ma questa operazione non salverà Cosenza dall’immensa mole dei debiti e affonderà Rende, questo è il quadro”.
Ma questo tema non riguarda solo Cosenza o Rende – che ricordiamo essere attualmente commissariato –, è un discorso molto più complesso. “La programmazione 2021-2027 – che è volta proprio alla rigenerazione urbana alla sostenibilità urbana – prevede per Cosenza e Rende un totale di risorse assegnate superiori a 21 milioni, e la strategia è proprio finalizzata ad una serie di azioni che riguardano non solo la rigenerazione urbana, la sostenibilità ambientale e sociale, ma riguardano una serie di azioni che anche la comunità europea favorisce – spiega Maria Pia Funaro di Alleanza Verdi Sinistra –. Allora non ragionare in termini complessivi vuol dire avere una posizione di retroguardia, che va in controtendenza rispetto a tutto quello che si muove intorno a noi. Inoltre, ci sono dei dati allarmanti che riguardano lo spopolamento dei nostri territori di circa il 21% negli ultimi 40 anni. Come Alleanza Verdi Sinistra abbiamo detto “sì” perché è un atto di responsabilità per il nostro territorio e per i giovani, creando per loro una realtà più attrattiva e competitiva”.
“I servizi funzioneranno di più, ma in base a quale principio? – chiede Sandro Principe – Rischiamo di fare un salto nel buio, rischiamo un grande peggioramento, perché Cosenza ha rinnovato i suoi mutui per altri 20 anni. Quali saranno le conseguenze per i cittadini senza una programmazione? Bisogna vedere questi servizi gestiti insieme cosa produrranno e il cittadino potrà votare su una concretezza, mentre così a scatola chiusa è un grande rischio”.
“Purtroppo viviamo in un contesto nel quale le amministrazioni pensano ognuna al governo del proprio territorio – afferma Giacomo Mancini –. Invece di dare vita a un Piano Strutturale Associato, hanno dato vita a tre Piani di Sviluppo Comunale, quindi, senza pensare ai cittadini confinanti”. Com’è successo con la chiusura di Via degli Stadi per costruire una rotatoria, scelta che ha avuto ripercussioni sia sugli abitanti di Cosenza, che di Castrolibero, perché non si è ragionato insieme su un percorso alternativo. “Questo perché abbiamo una comunità che è vissuta tutta quanta insieme, senza confini, ma che è guidata da amministrazioni che non dialogano – continua Mancini –, quindi, se dovesse vincere il “No”, ognuno continuerebbe per la sua strada”.
L’obiettivo di questo incontro è stato quello di cercare di promuovere un dialogo tra le parti che, grazie a scambi di idee e prospettive, potesse aiutare tutti i presenti – inclusi gli studenti, tra cui il giovane Eugenio, che è intervenuto esternando le sue perplessità riguardo il referendum – ad avere le idee un po’ più chiare rispetto a cosa votare. Ora, ai cittadini di Cosenza, Rende e Castrolibero non resta che ponderare bene la propria scelta in merito a questa unione comunale.
Deborah Naccarato