CULTURA Giovani Libri Unical Zoom

Marginalia, laboratorio di dibattito e confronto a partire dalla poesia

“Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita” diceva Robin Williams in “L’attimo fuggente”. Da questa necessità di sentirsi vivi nasce Marginalia, un progetto che chiede ai suoi partecipanti di mettere da parte, almeno per qualche ora, la logica utilitaristica che spinge la società a considerare utile esclusivamente tutto ciò che produce in maniera diretta un risvolto pratico.

Nel mese di marzo alcuni studenti del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università della Calabria hanno deciso di dare vita a Marginalia: un laboratorio autogestito di interpretazione di testi poetici, creato dagli studenti e per gli studenti. L’idea del nome deriva dalle annotazioni al margine del testo, che in filologia vengono chiamate proprio marginalia: qui il senso di tutto il laboratorio, qualcosa che stia fra gli appunti inerenti ai testi, ma lontano dai normali corsi accademici, al margine appunto. Viene curato dal team costituito da Alessandra Falduto (dottoranda), Claudia Diaco, Anna Francesca Galluzzo, Maria Teresa Gigliotti, Giovanni Lamberti e Giorgia Mazzaferro (studenti dei corsi magistrali di Filologia Moderna e Scienze dell’antichità). Ognuno di loro si occupa personalmente di curare tutto l’inerente a un’area specifica della poesia italiana, come quella rinascimentale, delle origini o contemporanea.

Gli incontri nella scorsa stagione hanno avuto grande successo, tanto da arrivare ad avere una cadenza quasi settimanale: in ogni evento c’è qualcuno che si propone, sceglie il tema e porta un testo che viene analizzato in una breve introduzione, una sorta di seminario, a cui segue una fase di dibattito collettivo. Tra i due momenti, quello della discussione ricopre un ruolo maggiormente importante: qui è racchiuso il senso delle note a margine, dello scambio di opinioni e dell’arricchimento collettivo che solo un’attività come questa, purtroppo sempre meno diffusa negli ultimi tempi, può creare.

Vengono analizzati testi poetici che di solito non si incontrano nella propria carriera scolastica e universitaria, pertanto non si deve immaginare alcun vincolo legato alla facoltà che si studia o alla preparazione in materia: l’unico requisito necessario è quello di essere interessati o appassionati a scandagliare i testi poetici e farli propri. Chi sceglie di partecipare può prendere parte attivamente alla discussione, esprimendo le proprie idee senza alcuna remora, ma è possibile, anche per i più timidi, semplicemente ascoltare e interiorizzare quanto detto (per chiunque volesse proporsi come relatore nelle prossime giornate, può mandare una mail all’indirizzo marginalia.laboratorio@gmail.com).

A partire da quest’anno vengono proposti degli incontri speciali denominati “Marginalia con Ospite” in cui un poeta o una poetessa contemporanea porta in esame alcuni suoi testi. La fase del seminario preliminare dura di più, ma il dibattito resta comunque aperto e centrale: un’occasione per scoprire i volti che rappresentano la poesia odierna, avendo anche uno spazio per porre domande e scoprire dal vivo quale sia il movente che ispira la creazione poetica. Questa rubrica è stata inaugurata lo scorso 22 novembre con il poeta contemporaneo Bernardo De Luca, che oltre ad essere l’autore delle raccolte poetiche di “Gli oggetti trapassati”, “Misura” e “Campo aperto”, è anche un prestigioso docente dell’Università Federico II di Napoli.

“La mia esperienza è stata estremamente positiva — commenta Bernardo De Luca — inoltre mi riconosco molto in questo progetto: anche io negli anni tra la magistrale e il dottorato sentivo l’esigenza di avere degli spazi di autonomia oltre a quelli classici, di lezioni e seminari gestiti dai docenti. Lo spazio di autonomia non è da intendere, però, come contrapposto ai docenti: è semplicemente la volontà di costruire un percorso di ricerca autonomo. Marginalia, secondo me, lo fa nel modo adatto: costruisce una cornice che accoglie gli studenti, non dando semplicemente libero sfogo al momento della lettura che ha sicuramente altri spazi aldilà di quelli universitari, ma creando un percorso di ricerca fatto insieme, che permette studio dei testi, confronto e discussione anche con i docenti, restando però uno spazio autonomo di ricerca”.

Pia Giusi Oliveti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial