Fase 3 all’insegna della frammentazione per le università italiane. Sulla base delle poche linee guida ministeriali, ogni ateneo sta procedendo autonomamente all’avvio del nuovo anno accademico e il risultato è presto detto: nessuna omogeneità per il mondo accademico e quasi nessuna informazione per i comuni cittadini. Tutti sappiamo tutto della scuola, quando riparte, come riparte, i banchi singoli, le mascherine, la febbre a casa. Pochi sappiamo poco delle università, eppure è un’esperienza che riguarda oltre un milione e settecentomila studenti (a cui si aggiungono corsisti vari, ricercatori, docenti, dipendenti).
Partiamo dalle regole. Per gli studenti le disposizioni sono quelle ormai note del distanziamento di almeno un metro e della misurazione della temperatura, l’unica novità è l’obbligo di indossare la mascherina in aula anche da seduti. Ai rettori invece il ministro Manfredi ha chiesto didattica mista, posti in aula ridotti del 50% e precedenza alle matricole. Ogni università ha quindi provveduto ad attrezzare le aule per lo streaming, a reperire ulteriori spazi anche all’esterno, a predisporre sistemi di prenotazione del posto, a stabilire turnazioni, ad allungare l’orario delle lezioni fino alle 19:30 anche il sabato. E così c’è chi è già ripartito dal 14 settembre, c’è chi sta per ripartire e c’è chi non ripartirà prima del 2021.
All’Università della Calabria l’avvio dei corsi è previsto per il 28 settembre, fra una settimana esatta, ma non c’è una modalità unica per tutto l’ateneo. Rettore e Senato accademico si sono limitati a dare dei suggerimenti, lasciando carta bianca ai singoli dipartimenti. Il problema è che, sempre all’insegna di questa “autonomia”, alcuni dipartimenti hanno lasciato mano libera ai corsi di studio quando non addirittura ai singoli insegnamenti. Ne è venuta fuori una babele: se avete tempo da perdere, potete andare sui siti dei diversi dipartimenti per farvi un’idea.
A grandi linee, la maggior parte dei dipartimenti assicurerà lezioni in presenza per prime alle matricole. Unica eccezione Studi Umanistici, che ripartirà solo con le magistrali lasciando a casa tutte le triennali, matricole comprese. Fra i dipartimenti più “presenzialisti” c’è invece Scienze Politiche e Sociali, che riprenderà in presenza tutti i corsi. Lo stesso succederà a Chimica, con turnazione per i corsi più affollati. Turnazione anche al Dimeg, ma lezioni obbligatoriamente on line per i fuori corso. Il Dices ha previsto lezioni in presenza la mattina e on line il pomeriggio. Per tutti, comunque, la frequenza non è più obbligatoria, chiunque vorrà potrà seguire da casa.
Questo è lo scenario, una mediazione faticosamente raggiunta fra paure e resistenze, per andare incontro prima di tutto alle variegate esigenze dei docenti. I prof fuorisede ad esempio potranno erogare didattica a km di distanza senza mettere più piede all’Unical: soluzione inimmaginabile fino a qualche tempo fa, considerata anche la disponibilità di tanti alloggi nel Campus in cui far risiedere i docenti pendolari. Ma la fase è straordinaria: il rettore continua a ripetere che, chiusa l’emergenza, tutto tornerà come prima e la didattica a distanza sarà solo un ricordo.
Daniela Ielasi
Aggiornamento del 23 settembre – L’Università della Calabria comunica che il Senato Accademico ha rinviato il ritorno in aula al 5 ottobre, una settimana dopo il rientro annunciato. Il motivo – spiegano dal Rettorato – è legato allo svolgimento delle prove d’accesso ai corsi di sostegno, che occuperanno la quasi totalità delle aule nelle giornate del 29 settembre e del 1° ottobre. Dipartimenti e corsi di studio potranno decidere di iniziare on line lunedì 28 settembre e proseguire solo in via telematica per la prima settimana: per saperlo gli studenti dovranno tenere d’occhio la pagina web del dipartimento d’appartenenza.